Ioannis Dim. Tsolkas | Ecchi oltramare: I due viaggi in Grecia del «Siculo-Greco» Salvatore Quasimodo

«Stanotte sono stato con Saffo. Io pensavo di dire a te quelle parole [...] della poesia più alta dell’antichità, e quello che di gr...




«Stanotte sono stato con Saffo. Io pensavo di dire a te quelle parole [...] della poesia più alta dell’antichità, e quello che di greco c’è nel mio sangue s’è svegliato. Forse sono riuscito [...] a ritrovare la voce del poeta».1 Così Quasimodo “profetizza” nel 1937 la sua innovazione interpretativa quando lui dopo “reinterpreta” o addirittura “inventa” i classici greci. Per lui, greco nell’animo, dato che la nonna era greca di Patrasso e si chiamava Rosa Papandreu, la via da percorrere era una sola: «ritrovare l’incanto delle origini oltre tutti gli impedimenti che la nostra civiltà era riuscita ad accumulare» (Torno 2004: VII). Come sostiene e scrive Giovanna Ioli (2002: 59) «Sicilia e Grecia scorrevano solidali nel sangue di Salvatore Quasimodo [...], ma [...] voleva addirittura affidare le sue origini a Siracusa, cuore pulsante della Magna Grecia, invece che a Modica, dove realmente nacque» e lui, un poeta che tende alla grecità, vuol esclamare: «sono un siculo-greco significa chiamare in causa una filosofia morale ed estetica che riconosce l’identità di un uomo nella sua totale identificazione con un’opera, un’arte, e la conseguente necessità di vivere». Per queste ragioni Giovanna Ioli non ammette che c’è 

un primo e un secondo Quasimodo. C’è piuttosto un diverso modo di invitare l’umanità a riscoprire il senso della “totalità”, dell’armonia voluta dai greci, a seconda della drammaticità delle fratture. La sua dignità di siculo greco gli impone l’urlo davanti alla scissione voluta dalla storia fra natura e ragione, fra ideale e reale, fra amore e odio (Ioli 2002: 69).

Quindi la chiave della lettura e della poetica di Quasimodo è la grecità, dato che la traduzione dei Greci Lirici (1939-1940) è stato un traguardo molto importante nel suo percorso da poeta, proprio perché questo lavoro gli ha stimolato l’interesse per la vita e la quotidianità e nello stesso tempo l’ha influenzato nella tematica e nei sobri modi espressivi (Torno 1995: XI).

Il poeta siculo premiato con il premio Nobel (1959),2anche se si è diplomato in educazione tecnica, studia con ardore la Grecia classica e diventa un conoscitore profondo della sua storia e della sua letteratura. Nel suo primo periodo poetico fu uno dei principali esponenti dello spirito letterario dell’Ermetismo e in seguito nel suo percorso poetico si è evoluto come un poeta politico e sociale dedicato a questioni politico-sociali (Ghicopoulos 2011: 228-230).3

Nato in Sicilia, si sente di appartenere a quella frazione speciale dell’Ellenismo, quella della Magna Grecia, che respira nel cielo dei classici ma che «gli infuse quel senso di responsabilità civile e politica che trasformò “l’operaio di sogni” in poeta della nazione [...] la grecità fu per Quasimodo anche una fonte di etica e un messaggio di coscienza civile» (Gigante1996: 18). Addirittura, il suo punto di vista poetico, come dichiaralui stesso nella poesia “Micene”, compresa nella raccolta di poesie La terra impareggiabile (1958), è lo sguardo di un Siculo-Greco dopo il suo primo viaggio nel 1956 in Grecia (Gigante 1996),4 che gli ha fornito il materiale vissuto per le poesie intitolate Dalla Grecia (Gigante 1976: 7). La presentazione si “focalizzerà” sul rapporto di Quasimodo con la Grecia contemporanea, sui due viaggi che fece in Grecia nonché sulle poesie che sono state il fruttodella sua prima visita in Grecia.

La raccolta di poesie intitolata La terra impareggiabile (1958), ha come motto una frase dalleCoeforedi Eschilo: «Dico che i morti uccidono i vivi».5 Nella poesia “Micene” Quasimodo saluta la Musa di Eschilo di cui sono superstite testimonianza i Leoni della porta e gli scheletri della maledetta stirpe degli Atridi.6

Sono moltissimi i poeti e gli scrittori italiani che sono stati influenzati direttamente o indirettamente dalla Grecia antica ed esprimono attraverso le proprie opere il loro amore e l’ammirazione per il mondo classico greco.7 Sono meno invece quelli che s’interessano al presente e fanno riferimento anche alla Grecia contemporanea.8

Forse a causa di quel contatto filologico con la Grecia e grazie al legame di sangue, Quasimodo viaggiò per prima volta in Grecia nell’Ottobre del 1956. Informazioni relative a questo primo viaggio di Salvatore Quasimodo ci fornisce Gheorghios Pratsikas nel suo articolo sulla rivista Nea Estia (Pratsikas 1956: 1511-1512), sullo stesso numero della quale sono state pubblicate anche due poesie di Quasimodo tradotte da Kulis Alepis.9 Quasimodo,invitato dall’Istituto Italiano di Cultura di Atene, ha dato al pubblico ateniese la possibilità di venire a contatto con la sua opera:

La sera del Martedì 16 ottobre, abbiamo avuto l’opportunità di incontrarlo di persona. Direi di altezza media, bello, Quasimodo ha incantato il pubblico con la sua bisbigliata e suggestiva recita di alcune poesie, ispirate agli antichi miti greci, come quello di Orfeo, alle emozioni naturalistiche e ad intensi stati d’animo (Pratsikas 1956: 1511-1512).

Gheorghios Pratsikas conclude il suo articolo su questo primo viaggio ad Atene di Quasimodo sottolineando che:

L’amore di Quasimodo per la Grecia, come all’inizio ha evidenziato il direttore dell’Istituto Italiano di Cultura Br. Lavagnini presentando il poeta italiano al pubblico, non è casuale. È strettamente legato con il nostro paese da parte di sua nonna, la madre di suo padre [...]. Così fin da piccolo sentiva un vero amore per tutto ciò che è greco e per il mondo antico (Pratsikas1956: 1512).

Un’altra fonte d’informazioni su questa prima visita di Quasimodo in Grecia è l’articolo di Α.Α. Papandreusempre sulla rivista Nea Estia, pubblicato solo nel 1959, dopo il conferimento del Nobel per la letteratura a Quasimodo. A proposito di questo scrive:

Il suo sogno di visitare la Grecia lui, il "greco-siculo", il "vero greco" come ama autodefinirsi, è stato realizzato nell'ottobre 1956. Gli piace sempre ripetere, e questa volta di nuovo non perso l’occasione per dire che sua nonna, la quale è morta qualche anno fa all’età di cento anni, fu nata a Patrasso, di famiglia Papandreu, e si recò in Sicilia con la rivoluzione del 1848.Esisteva quindi un ulteriore motivo di "richiamo del sangue", che lo chiamava in Grecia. Durante il suo soggiorno di dieci giorni ha visitato le aree archeologiche e ha dato l’opportunità al Prof. Lavagnini, un altro cultore della classicità e traduttore di antica e moderna lirica greca, di organizzare un piccolo ricevimento in suo onore presso la sala dell'Istituto italiano la sera del 16 ottobre, dove il poeta ha recitato le sue poesie e ha conosciuto i colleghi greci. Da questo ricevimento ha conservatouno splendido ricordo, come ho potuto constatare dalla lettera di risposta del 6 novembre ad un telegramma e una lettera di congratulazioni dell’unico Direttore dell'Istituto Italiano Professor Lavagnini, il qualel’ha gentilmente messa a mia disposizione(Papandreu 1959: 1628-1629).

Papandreu prosegue facendo riferimento a un’informazione importante e particolare su questo primo viaggio di Quasimodo:

In un pellegrinaggio a Delfi, a causa di un salto sopra il santuario di Apollo, si è slogato il piede sinistro.Annota allora, con questa occasione, per un giornale ateniese che ho tra le mani: “Salvatore Quasimodo, colpito dal dardo di Apollo - Il 16 Ottobre 1956”. Di seguito leggiamo: Nell’ombra del poeta Cat. Vassalini 16 Ott. 56. La signora che viene citata (forse riveliamo un segreto sconosciuto in Italia?) è professoressa di Scuola Media a Verona ed effettivamente vive all'ombra del poeta, collaboratrice discreta che gli traduce i poeti greci e latini in prosa perché lui possa rimodellarli dopo in eccellenti versi in lingua italiana. Altro ricordo del suo passaggio veloce dalla "antichissima e nuova Atene" è una foto pubblicata su una rivista letteraria Italiana nel maggio 1957, dove il poeta posa vicino alla statua di Aristotele nell'atelier dello scultore Nicola a Holargos (Papandreu1959: 1629).

È notevole segnalareche nel 1956 due giornali, che ancor oggi appartengono a due correnti politicheopposte, dedicarono rubriche alla biografia e alle opere di Quasimodo. Il giornale della Sinistra Avghì, il Martedì 16 ottobre 1956, in una rubrica intitolata Il poeta che ospitiamo, prendendo spunto dal ricevimento dell’Istituto Italiano in onore di Quasimodo, descrive la sua vita e soprattutto le sue lotte ideali e politiche. Il giornale evidenzia che:

indubbiamente sta al vertice della letteratura moderna italiana, e con la sua coscienza democratica ha conquistato l’amore e la stima delle masse popolari.10

Inoltre, il giornale sottolinea il suo percorso letterario e spirituale evidenziando che il poeta è:

pioniere sia nell’arte sia nelle convinzioni politiche, sempre solidale, vicino al popolo e alle lotte politiche, compagno nella pace e partigiano durante guerra di liberazione contro il fascismo e il nazismo, e anche il primo poeta ermetico che ha cantato realisticamente le drammatiche vicende storiche dell’ultimo decennio, elogiando gli atti di sacrificio e la grandezza del popolo italiano in lotta per la libertà [...], ha rappresentato il suo paese al Congresso Europeo di partigiani a Stoccolma e partecipa attivamente in ogni movimento per gli ideali di pace e del progresso.11 

Si rende evidente da questa rassegna che il giornale Avghìdedicagrande attenzione al passato “impegnato” di Quasimodo,come anche alla descrizione delle sue lotte. Il giornale sostanzialmente “aprirà” la porta dell’ingresso a Quasimodo e alla sua “implicazione nei fatti greci” a causa della sua posizione politica. In base a questa prospettiva politicae anche alla sua poesia grecocentrica, la stampa greca continuerà a presentare Quasimodo durante la Guerra Fredda e pochi anni dopo il termine della guerra civile greca, e specialmente quando è stato premiato con il Nobel per la letteratura.

Il giornale Kathimerinì (quotidiano liberal-conservatore) alla rubrica fissa Appunti di un Ateniese-Σημειώσεις ενός Αθηναίου, scritta dal giornalista-articolista Vassilis Spanopulos, si riferiscein modo esauriente a Quasimodo. Dopo aver fatto cenno al luogo d’origine (“falsamente”scrive che era di Siracusa, ciò che diceva Quasimodo) stabilisce che fra le sue nove collezioni poetiche la più «importante è considerata Ed è subito sera che dalla recensione italiana e internazionale viene collocata fra i capolavori della poesia italiana contemporanea».12 In seguito sono presentate due critiche positive di Carlo Bo e del linguista e traduttore francese Georges Mounin sull’opera poetica di Quasimodo. Dopo il giornalista elogia la grande competenza traduttiva di Quasimodo,il modo in cui egli interpreta i poeti classici greci, soprattutto Sofocle, Saffo e altri lirici, e conclude allegando la poesia “Già la pioggia è con noi”della collezione Nuove Poesie, tradotta in greco dal francese.

Il giornale Avghì dedica ancora una volta una rubrica a Quasimodo, questa volta il giorno dopo il ricevimento dell’Istituto Italiano, sotto il titoloRicevimento in onore di Salvatore Quasimodo.13 In quest’articolo si fa riferimento alla folla dipersonaggi del mondo della cultura che hanno conosciutoQuasimodo ed hanno parlato con lui, descrive ancora la cerimonia della serata, afferma che la poesia che è stata applaudita più calorosamente dal pubblico, era quella “dedicata alla madre del poeta”14 per dare in fine la notizia che «il poeta partirà per Creta per via aerea e ritornerà di nuovo dopo ad Atene». Così veniamo asapere l’itinerario del poeta per la “spigolatura” del materiale vissuto che è stato usato per le poesie intitolate Dalla Grecia.

A questo punto si deve far notare l’interesse del “combattente” Quasimodo quando lui firmò nell’ottobre del 1956 insieme a Ungaretti, Angioletti, Luzzi, Montale, Silone, Soffici, Valeri, Anna Badi,l’appello per la liberazione del carcerato poeta cipriota Nikos Kranidiotis, che fu arrestato dagli inglesi durante la lotta d’indipendenza di Cipro.15

Nel 1959, un anno dopo l’edizione della raccolta poetica La terra impareggiabile, Quasimodo viene premiato con il Premio Nobel per la Letteratura. Questo premio suscitò molte reazioni dentro e fuori Italia siccome alcuni pensavano che il poeta siciliano non valesse quel“supremo premio”, poiché c’erano molti altri scrittori e poeti in Italia ma anche in altri paesi che meritavano di essere premiati. Ovviamente ci sono statianche quelli che sostenevano che il poeta è stato giustamente premiato con il Nobel e che nella persona di Quasimodo veniva riconosciuto il valore di tutta la poesia innovatrice italiana, poiché la giuria del premio Nobel aveva recitato il verbale così: «per la sua opera poetica che, con fuoco classico, esprime la tragica esperienza della vita dei nostri giorni».16

I colti, i letterati e gli scrittori in Grecia hanno criticato il riconoscimento della giuria. Altri hanno sostenuto la candidatura di Moravia, come fecero alcuni loro colleghi italiani, mentre altri hanno approvato il giudizio della premiazione di Quasimodo. In seguito vedremmo le reazioni e le approvazioni, quando Quasimodo fece il secondo viaggio in Grecia (Aprile 1960), appena quattro mesi dopo il 10 dicembre 1959, data in cui gli fu assegnato il Premio Nobel.

Vari circoli letterari in Grecia, come anche i giornali, cominciarono a interessarsi ai candidati per il premio Nobel dal 17-10-1959, quando, secondo il giornale svedese «Expressen» il poeta siciliano:

è considerato il favorito per il premio Nobel per la letteratura [...] Questo premio sarà probabilmente attribuito tra Quasimodo e Alberto Moravia, dobbiamo tuttavia ricordare che il poeta Öesterling, segretario dell'Accademia di Svezia, ha recentemente criticato le opere del romanziere italiano.17

Successivamente i giornali greci presentarono le candidature possibili per la premiazione: del danese Blixen, dello Jugoslavo Andriće le “esclusioni”di Ezra Pound,Saint-John Persee di André Malraux.18 Dal 23 Ottobre, il giorno dopo la premiazione, la stampa greca dedica articoli e servizi all’opera e alla biografia di S. Quasimodo.19 Tutti i giornali analizzano la poetica di Quasimodo ele sue poesieche sono moderne e influenzate dalla vita del popolo ed evidenziano il fatto che la fonte della sua ispirazione sono i classici poeti greci. I giornali, però, danno più rilievo alla reazione che suscitò la premiazione di Quasimodo, soprattutto in Italia,come anche alla posizione politica del poeta. In questo contesto Avghì sottolinea che si tratta di un poeta progressista che «trae la sua ispirazione dalla vita del popolo […],si è rivolto molto presto alle questioni sociali e i suoi versi sono diventati slogan della lotta contro il fascismo»20 e con la sua premiazione l’Europa riconosce «che la barriera del provincialismo nella letteratura italiana è stata superata».21

Tuttavia, la maggior parte dei giornali e dei giornalisti “colti” commentano:

a) il«progressismo culturale»e il poema «dedicato a Sputnik che è stato pubblicato su tutta la stampa comunista»22 riferendosialla poesia Alla Nuova Luna, b) la “negazione”del poeta che era comunista,23 ma “simpatizzante”,24 e ancora «nonostante i suoi credo di sinistra, che sono considerati una sbagliata presa di posizione a causa del suo umanesimo ardente…»,25 c) la sua origine greca26e la particolarità della relazione fra Grecia e Sicilia dato che il poeta include «nel suo “credo” culturale, fra le altre caratteristiche la seguente: “non ci sono differenze ideali, fra Grecia e Sicilia”»,27 d) che non è famoso28 poiché «gli Italiani chenon ricevevano il Premio Nobel dai tempi di Pirandello, sono certo orgogliosi ma nello stesso tempo imbarazzati perché anche loro ancora conoscono poco dell’opera di Quasimodo»,29 e) lo “scontro” di Quasimodo con Alberto Moravia, che «subì […] la sgradevole sorpresadi vedere il Nobel assegnato al suo connazionale poeta Quasimodo –era sconosciuto fino a quel giorno e sconosciuto anche dopo, come puntigliosamente precisano i suoi nemici»30e la dichiarazione di Quasimodo, indiretta risposta,subito dopo il conferimento del premio Nobel: «i miei avversari, cioè, gli altri candidati, avevano potere forte mentre io ho dovuto combattere da solo. L’onore che mi viene fatto [...] tocca il problema più profondo della inquietudine dell’uomo moderno, che è stato il centro della mia poesia»,31 f) la critica negativa del quotidiano Osservatore Romano,organo ufficiale del Vaticano,il 22 ottobre 1959 a causa della poesía Alla Nuova Luna pubblicata sul giornale del PCI L’Unità il giorno dopo il lancio dello Sputnik 1(Papandreu 1959: 1627),g) la partecipazione attiva di Quasimodo al Comitato di Lotta Cipriota con sede a Roma,32 e h) il riferimento al primo viaggio di Quasimodo in Grecia nel 1956.33

Di conseguenza, provoca stupore agli studiosi il fatto che la maggior parte dei giornalisti, letterati e commentatori hanno “focalizzato” l’attenzione suargomenti secondari dellapremiazione di Quasimodo e non hanno affatto approfondito gli argomenti di interesse greco, cioè,la traduzione dei poeti lirici greci, che costituì la base della poetica delpoeta siculo-greco,e neppure l’effetto della sua origine greca. Con l’eccezionedell’articolo sulla prima pagina di Avghì in data23-10-1959, l’articolo di Kathimerinì anch’esso in prima pagina in data 24-10-1959 ela presentazione importante e dettagliata di A.A. Papandreu su Nea Estia, tutti gli altri articoli, studi e relazioniri portano la sorpresa di quella premiazione. Il risultato di quest’approccio si manifesterà pochi mesi dopo, con l’arrivo del poeta siciliano in Grecia.

Il poeta siculo-greco realizzò il secondo viaggio in Grecia nell’aprile del 1960, pochi mesi dopo l’assegnazione del premio Nobel ed è stato accolto con cordialità dagli Ateniesi poiché in suo onore furono organizzate varie cerimonie e ricevimenti. Una serata speciale programmata all’Istituto Italiano di Cultura, dove sono state recitate alcune poesie in italiano ma anche in greco, un banchetto con l’iniziativa del PEN Club greco e un ricevimento all’Accademia di Atene.34 Da parte dell’Accademia rivolse la parola al poeta siculo il segretario Anastassios Orlandos e l’accademico, uomo politico, giurista e giornalista Gheorghios Athanassiadis-Novas (G. Athanas)35 che parlando in italiano affermò che «la Sua poesia acquisisce ogni giorno maggior potenza».36 Quasimodo commosso ringraziò per l’accoglienza calorosa e suggerì quale doveva essere «l’influenza sostanziale della sopravvivenza del pensiero classico nella cultura moderna»37 elogiando il contributo greco al mondo.

Inoltre, l’Accademia letteraria Parnassos organizzò una serata speciale in onore del poeta, durante la quale Quasimodo diede una conferenza al pubblico ateniese sul tema Il poeta e il politico, la stessa che aveva presentato all’Accademia di Svezia, nell’ambito dell’assegnazione del premio Nobel.38Quasimodo pensando che il testo di quella conferenza non fosse ampiamente noto in Grecia, decise di riproporlo anche all’Accademia Parnassos.

Appena dopo il suo arrivo in Grecia Quasimodo dichiarò: «sono estremamente felice di metteredi nuovo piede nella terra dei miei antenati»39e durante l’intervista a Fredi Ghermanos fece notare che sua nonna era greca, si chiamava Rosa Papandreu ed era di Patrasso. Il noto giornalista Fredi Ghermanos, dopo averlo descritto comeun molto simpatico “siculo-greco”, come si autodefinisce, enfatizza il fatto che il poeta attinge spesso la sua ispirazione dalla mitologia greca, parla della sua malattia in Unione Sovietica e della sua lunga degenza (per otto mesi) all’ospedale Botkin di Mosca, e infine commenta il conferimento del premio Nobel,che è stato considerato, come sottolinea il giornalista, “grande sorpresa”. In questa intervista Quasimodo osserva che 

c’ècrisi nelle letterature europee. Personalmente combatto da molti anni per dimostrare che la poesia non è ungenere fuori moda, ma una espressione letteraria viva. Molti vorrebbero che la poesia si occupasse solo dei fiori e della natura, nehanno paura quando si occupa dell’uomo. La mia opinione –ribadisce– è che l’uomo sia un tema pericoloso ma molto attraente.40

Alla domanda, che in quegli anni della Guerra Fredda destava grande preoccupazioneall’umanità, se l’uso dell’energia nucleare aiuterà o distruggerà il mondo, Quasimodo replica in modo quasi categorico per la minaccia catastrofica, sottolineando che «dal momento che la bomba c’è, il pericolo esiste» e dichiara di condividere «le stesse paure che aveva anche Einstein». In seguito rivela che non avrebbe abitato a Parigi, perché«negli ultimitempinota un grande declino spirituale», avrebbe preferito Roma e se gli fosse stata eliminata questa sceltaallora avrebbe preferito Atene.Consideraovvio che Nikos Kasantzakis sialo scrittore più importante e famoso della letteratura neogreca, e alla solita domanda se si aspettava di vincere il premio Nobel risponde: «Sì. Altri erano sbalorditi forse, ma non io». Alla domanda provocatoria se si riferisceal conterraneo Moravia, che era il favorito per il premio, risponde anche lui in modo provocatorio: «immagino che Moravia abbia gioito, perchédato non è stato assegnato a lui, almeno è stato premiato un poeta e non un altro scrittore italiano».41  Ancora dichiara che quella del premio Nobel non è stata la giornata più felice della sua vita, perché «felicità è qualcosa che c’è dentro di noi e nessun fatto esterno deve crearla o influenzarla».42

Nell’Atene del 1960 c’era grande paura ma anche contestazione, quindi la conferenza di Quasimodo al circolo letterarioParnassos turbò gli animi, agitò le acque visto che il poeta dichiarò che «il politico vuole che l’uomo sappia morire con coraggio, il poeta vuole che l’uomo viva con coraggio»(Charis 1960: 556),però il prosatore, accademico e saggista Petros Charis stima che «la sua conferenza[…]avrebbe dovuto offrire risultatipiù sostanzialie rilevanti»(Charis 1960: 556). Quasimodo visitò anche il Ministero della Pubblica Istruzione, dove lo accolseil segretario generale Nikos Karmiris, che sottolineò il vincolo di sangue di Quasimodo con la Grecia e il legame con la letteratura greca dichiarando che «con la Grecia Vi lega la fede comune e la certezza che la poesia è la lingua che può esprimerla in pieno» (Charis 1960: 556).

Dopo Atene, durante il suo secondo viaggio di dieci giorni in Grecia,Quasimodo visitò Eghio, Patrasso e Missolunghi. A Missolunghi assistettealle cerimonie dell’Esodo storico della città sacra per i greci, fu nominato presidente onorario del collegio Kostìs Palamas e cittadino onorario di Missolunghi (assegnazione della medaglia d’oro della città), che provocò le reazioni dell’opposizione al deputato Athanassiadis-Novas,43il quale ospitò il poeta italiano nella sua casa di Lepanto.44 A Patrasso Quasimodo, accompagnato sempre da Athanassiadis-Novas e dal letterato, uomo politico, giurista e presidente del PEN Club Giannis Kutsocheras,45 lesse il testo46 che aveva pronunciato all’Accademia Parnassos ad Atene e fu nominato membro onorario della Scuola Diakidis. Gli fu consegnatauna lekythos piena di terra, in onore dell’origine della nonna da Patrasso e da parte del PEN Club una medaglia antica della confederazione degli Achei.47Vale la pena menzionare che mentre il poeta si trovava a Patrasso gli fu annunciata la morte del padre, ma lui dichiarò che avrebbe completato il suo programma in Grecia 48 e sarebbe partito il giorno dopo per l’Italia, annullando il suo viaggio programmato negli Stati Uniti.49 Una presentazione completa di quella serata a Patrasso la troviamo sul giornale Neologo di Patrasso della data 12/4/1960. Descrive che l’aula della Scuola Diakidisera strapiena, il poeta è stato accompagnato dalla professoressa Caterina Vassalini, dal console d’Italia e da Athanassiadis-Novas. Quasimodo prima di pronunciare il testo fece riferimento alla nonna Rosa Papandreu («la bella ragazza di Patrasso» come dicevano 50), la quale nel 1849 emigrò in Sicilia, dove si sposò. Il poeta ancora rivelò che «desiderio di suo padre era che il figlio visitasse la patria della nonna prima che lui andasse all’altro mondo»51 e, coincidenza fatale, il poeta apprese la morte del padre quando lui si trovava alla diletta città di Patrasso, appagando così l’ultimo desiderio del padre.52

Bisogna anche segnalare un importante autografo commemorativo di Quasimodo, datato10 Aprile 1960,pubblicato sul giornale Neologo di Patrasso,doveper ringraziare il pubblico di Patrasso per la stima e l’affetto che gli mostrò,si dichiara “due volte greco”, a causa del sangue e dell’ispirazione poetica. Quasimodo su quest’autografo scrisse:

Al giornale Neologo, ai suoi collaboratori e ai suoi lettori l’augurio d’un poeta due volte greco, con amore di partecipazione popolare.53

Facendo il resoconto di questi due viaggi di Quasimodo in Grecia, a parte il materiale vissuto che il primo viaggio del 1956 fornì al poeta Siculo-greco, nel secondo viaggio di Aprile 1960,dopo il premio Nobel, sono state create aspettative e pretese, che per alcuni circoli letterari e intellettuali non sono state adempiute.Così, dopo la partenza di Quasimodo, ci furono articoli che evidenziavano, come menzionato sopra, la scarsa popolarità del poeta, poiché rimaneva un erudito “sconosciuto”, e la mancata richiesta delle sue opere da parte del pubblico.54 Il suo nome ma anche i premi e le cerimonie in suo onore sonostaticoinvoltinel clima ditensione politica dell’epoca55 al punto che è
stata addirittura richiesta la revoca della medaglia della città sacra di Missolunghiconferitagli.56

Ancora tre annotazioni per rendere chiara questa posizione critica nei suoi confronti:

Α) nel già citato articolo di Petros Charis su Nea Estia, il romanziere, saggista, giornalista e accademico sottolinea esplicitamente che «l’entusiasmo sarebbe maggiore se il premiato Quasimodo avessesoddisfattole così tante aspettative» (Charis1960: 556). Inoltre vi è un riferimentoindirettoal posizionamento politico di Quasimodo –«non dimentichiamo da dove viene il poeta siciliano»- prendendo spunto dalla ribellione del poeta all’autorità religiosa, «una rivolta che si è manifestata in due-tre punti del suo discorso al Parnassos» (Charis 1960: 556).

Β) Solon Makris si riferisce al«contrattacco critico da parte dei politici, contro il poeta italiano S. Quasimodo»57 fatta dal politico, giornalista e scrittore Leon Makkas relativamentea ciò che Quasimodo aveva detto contro i politicinel suo discorso del Parnassos. Come nota Makris c’è «un contrattacco con [...] toni aspri epersonalizzando contro il poeta straniero, (che) non riesce a difendere la visione positiva del valore della politica».58 In questo importante articolo, che sostiene le opinioni di Quasimodo, Makris ironicamente conclude che «per quanto riguarda il fatto che la politica contrasta e mette a tacere lo spirito, anche se signor Makkas sostiene il contrario, perdoni il signor Quasimodo, visto che l’ha detto anche Shakespeare…».59

C) L’articolo polemico in prima pagina della scrittrice e critica letteraria e teatrale Alkis Thrilos (pseudonimo di Eleni Negreponti-Urani moglie di Kostas Uranis) contro Quasimodo. Alla sua domanda «che cosa ha aggiunto alla nostra vita intellettuale e artistica la visita e la presenza di Quasimodo», risponde che nei colloqui con lui «non ho sentito una di quelle frasi che aprono prospettive, che rimangono impresse dentro di noi».60

Sostiene inoltre che non ha notato nessuno splendore intellettuale e neanche si è vista

luce nella sua apparizione pubblica, la sua conferenza […] è stata un susseguirsi di luoghi comuni farciti con spocchiosità e celati […]. L’unica cosa che abbiamo ricavato dalla conferenza […] era la certezza di una velenosa empatia del relatore contro le persone che l’hanno offeso. Quello che mancava completamente - questo è veramente la cosa sorprendente -dalla conferenza di un poeta era la Poesia. Nella sua conferenza Quasimodo ha permesso all’empatia di soffocare il poeta. Specialmente per quel che riguarda il nostro paese e il nostro mondo intellettuale ha dato il peggio di se stesso e non il meglio come avrebbe dovuto fare. 61

Gli ambienti conservatori politici e letterari, soprattutto quelli francofoni, non potevano tollerare le parole importanti e le inquietudini di Quasimodo. Il suo fervente interesse per gli sviluppi politici, le sue preoccupazioni per lo sgretolarsi del tessuto sociale, le sue paure per un’eventuale catastrofe nucleare, la sua angoscia provocata dalla Guerra fredda, ha portatotante volte Quasimodo in aperto conflitto con la cerchia letteraria conservatrice in Italia, come anche in Grecia.Dall’altra parte però, i nuovi poeti e scrittori formavano intorno a lui la scuola della “poesia attiva” visto che la posizione del poeta non può essere passiva nella società: egli “modifica” ilmondo. Le sue immagini forti, quelle create, battono sul cuore dell’uomo più della filosofia e della storia (Quasimodo 1956: appendice).


Università Nazionale e Capodistriaca di Atene

Note:

1 Lettera a Maria Cumani, 10 luglio 1937 in Quasimodo (1973: 79).
2 Rilevante è l’analisi – presentazione diCro (2007: 3-14).
3 Febo Ghikopoulos fa una breve ma molto precipua presentazione delle opere e della vita di Salvatore Quasimodo.
4 «Nè va dimenticato che Quasimodo scoprì la sua natura di poeta siculo greco qui in Grecia[...] e scopre di essere, lui poeta nato in Sicilia, un poeta greco: ai Leoni della porta,/ agli scheletri dell’armonia scenica / rialzati dai filologi delle pietre,/ il mio saluto di siculo greco» (Gigante 1996: 15).
5 Eschilo, Coefore, verso886.
6 In questa raccolta Quasimodo non tesse semplicemente le lodi alla Grecia antica. Durante i suoi pellegrinaggi negli importanti siti archeologici e l’uso degli antichi miti nelle sue poesie la percezione e la visualizzare del passato antico greco con riferimenti diretti anche alla Grecia del 1956. Il poeta trova rifugio nel mito, si immerge nella Grecia classica, ma in modo singolare, ridefinendo gli antichi miti e collegandoli con il presente, trasformando magistralmente la sua personale esperienza di viaggio nella Grecia moderna in alta poesia che va oltre i confini di un semplice diario di viaggio oppure di un encomio per ciò che la Grecia ha offerto alla civiltà.
7 Sulle sette poesie della raccolta Dalla Grecia rilevante è la prefazione di Garantudis (1996: 223-230).
8 Il curatore e traduttore Evripidis Garantudis fa i riferimenti bibliografici riguardanti il poeta Quasimodo e le sue opere nel libro S. Quasimodo, Ed è subito sera – Κι αμέσως βραδιάζει (Garantudis 1999: 31, nota 8).
9 I due poemi tradotti sono dalle Nuove Poesie: “Ride la gazza, nera sugli aranci” e “Strada di Agrigentum”.
10 cf. giornale Avghì (16-10-1956, p. 2).
11 ibid.
12 cf. giornale Kathimerinì (14-10-1956, p. 2).
13 cf. giornale Avghì (17-10-1956, p. 2)
14 Si tratta della poesia “Lettera alla madre” in La vita non è sogno.
15 cf. giornale Eleftheria (6-10-1956).
16 Sulle reazioni relative all’assegnazione del premio Nobel aSalvatoreQuasimodo è noto l’articolo di Emilio Cecchi sul Corriere della Sera del 25 Ottobre 1959. In Grecia Α.Α. Papandreu presenta le polemiche che ha suscitato il riconoscimento in «Salvatore Quasimodo. Premio Nobel per la letteratura 1959 – Βραβείο Νόμπελ για τη λογοτεχνία 1959» (Papandreu 1959:1625-1628).
17 cf. giornale Eleftheria (17-10-1959, p. 6).
18 ibid.
19 cf. Avghì (23-10-1959, pp. 1 e 5), Tachidromos di Egitto (23-10-1959, p. 6), To Vima (24-10-1959, p. 2), Kathimerinì (23-10-1959, p. 1), Kathimerinì (24-10-1959, p. 1) e lo stesso articolo sul giornale Tachidromos di Egitto (26-10-1959, pp. 1 e 6), Ta Nea (23-10-1959, p. 2), Kathimerinì (27-10-1959, p. 3), Ethnos (27-10-1959, p. 2).
20 cf. Avghì (23-10-1959, p. 1).
21 ibid.
22 cf. Eleftherìa (8-11-1959, p. 3), Ethnos (29-10-1959, p. 2), Ta Nea (23-10-1959, p. 2).
23 Kathimerinì (25-10-1959, p. 1),«lui non ha rapporti con nessun partito politico e non ha mai composto poesie di contenuto politico, siccome è contro l’intervento delle ideologie nelle opere dei poeti».
24 Ethnos (27-10-1959, p. 2).
25 Empros (21-11-1959, p. 15).
26 Ethnos (27-10-1959, p. 2). Fa riferimento anche all’articolo del giornalista Orio Vergani sul Corriere della Sera, che aveva scritto «sua nonna era di origine greca e suo nipote considera la Grecia come la sua patria perduta» e il giornale Empros (21-11-1959, p. 15).
27 Empros (21-11-1959, p. 15).
28 Eleftherìa (27-10-1961, p. 2).
29 Eleftherìa (8-11-1959, p. 3).
30 Eleftherìa (26-10-1961, p. 2).
31 Tachidromos di Egitto (26-10-1959, p. 1) e Kathimerinì (24-10-1959, p. 1).
32 Tachidromos di Egitto (9-11-1959, p. 1).
33 Kathimerinì (28-10-1959, p. 2). Si riferisce al programma della visita in Grecia, alla presentazione di Quasimodo negli articoli di Nea Estia e alle tre poesie che sono state tradotte da Kulis Alepis.
34 Per il secondo viaggio di Quasimodo in Grecia dà informazioni Petros Charis (pseudonimo letterario di Ioannis Marmariadis) in Nea Estia (Charis 1960:556 -557).
35 G. Athanas (pseudonimo letterario di Gheorghios Athanassiadis-Novas) il 28 Gennaio 1960 aveva parlato, all’Istituto Italiano di Atene, delle opere poetiche di Quasimodo, cerimonia in cui aveva recitato poesie di Quasimodo la sig.ra E. Nenedaki.
36 Eleftherìa (7-4-1960, p. 2).
37 ibid.
38 A proposito del secondo viaggio di Quasimodo in Grecia e la sua conferenza all’Accademia letteraria “Parnassos” ci sono due importanti e speciali pubblicazioni: la prima è di Maria Mantuvalu intitolata “Salvatore Quasimodo (1901-1968)”(Mantuvalu 1971: 536) e la seconda di Gerasimos Zoras intitolata “Salvatore Quasimodo all’Accademia letteraria Parnassos” (Zoras 1999: 293-305), dove è presentato in italiano tutto il testo della conferenza del poeta.
39 Eleftherìa (5-4-1960, p. 1). Intervista a Fredi Ghermanos intitolata Salvatore Quasimodo parla al giornale Eleftheria.
40 ibid.
41 ibid.
42 ibid.
43 Gheorghios Athanassiadis-Novas fu eletto deputato nelle liste del Partito Liberale alle elezioni del 1958. Il 3 febbraio 1960 formò un nuovo partito (“Nea Politiki Merida”), con i deputati Gherghios Mavros, Ioannis Zigdis, Stilianos Allamanis, Fochion Zaimis ed altri. Fu nominato anche portavoce del nuovo partito al parlamento nazionale. Dopo, fu eletto deputato nelle liste dell’Unione del Centro – Ένωση Κέντρου alle elezioni del 1961, del 1963 e al febbraio del 1964.
44 Il programma del viaggio si trova al giornale Neologo di Patrasso(8-4-1960, p. 3).
45 Il giornale Neologo di Patrasso (12-4-1960, p. 2) presenta che alla conferenza che tenne Kutsocheras alla Scuola Diakidis di Patrasso, il 10 Aprile 1960, sottolineò che lui aveva l’idea che Quasimodo parlasse anche a Patrasso, dopo la conferenza, tenuta da Quasimodo all’Accademia letteraria Parnassos ad Atene, che ebbe grande successo.
46 Neologo di Patrasso(9-4-1960, p. 2) e Neologo di Patrasso(10-4-1960, p. 4).
47 Eleftherìa (13-4-1960, p. 2).
48 Eleftherìa (10-4-1960, p. 11).
49 Neologo di Patrasso(12-4-1960, p. 2).
50 ibid.
51 ibid.
52 ibid. Neologo di Patrasso (12-4-1960)presentaunriassuntoestensivo della conferenza di Quasimodo sul tema “Il poeta e il politico”.
53 Neologo di Patrasso(13-4-1960, p. 2).
54 Man. Ghialurakisscrive un articolosu Tachidromos di Egitto(25-10-1963, p. 1),per il premio Nobel per la letteratura a Gheorghios Seferis nel 1963 e si chiede: “Chi legge oggi il poeta Quasimodo,premio Nobel per la letteratura? – Ποιός διαβάζει σήμερα τον βραβευμένο με το Νόμπελ ποιητή Quasimodo;”.
55 cf. giornale Ethnos (19-4-1960, n. 14270): «Non possiamo sapere cos’ ha fatto a favore della Grecia il poeta italiano Salvatore Quasimodo, cosi ché abbia tanti onori durante la sua visita al nostro paese:è stato onorato dall’Accademia di Atene ed è stato conclamato presidente di molte associazioni letterarie. Forseilfattocheebbe il premio Nobelperlaletteratura, fosse causa di tutti gli onori […] Non si capisce, però, perché il sindaco di Missolunghi abbia conferito al poeta la medaglia d’oro della Città Sacra? […] Quando le medaglie sono conferite abbondantemente, non resta altro tranne che le medaglie perdano la propria importanza».
56 cf. giornale Etoloakarnanikos Evritanikos Tipos (30-4-1960, p. 3). Per enfatizzare l’attacco politico, sotto c’è un articolo polemico contro l’“accademico-poeta” Athanassiadis-Novas intitolato «Dell’improbità».
57 cf. giornale Eleftheria(8-5-1960, p. 9).
58 ibid. La posizione di Makri sera importante rispetto a tutto quello che aveva sostenuto Makka contro Quasimodo, dato che il siculo-greco alla sua conferenza all’Accademia letteraria Parnassos aveva sottolineato che «l’uomo politico vuole che l’uomo sappia morire con audacia, il poeta vuole l’uomo viva con audacia». Makris sostiene che «nessuno può denegare al poeta – indifferentemente se fa parte o no in questa categoria signorQuasimodo – che “dà agli altri uomini una ricetta di vita audace”, come ironizza signor Makkas…».
59 ibid.
60 cf. giornale Eleftheria (7-5-1960, p. 1).
61 ibid.


Bibliografia

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Da: Συγκριση / Comparaison / Comparison 25 (2015)

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