Saleh Diab | 6 Poesie
UN’ARIA BIANCA Ci sono gigli che praticano pioggia e stelle un’aria bianca una foresta che si riallaccia agli alberi ...
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UN’ARIA BIANCA
Ci sono gigli
che praticano pioggia e stelle
un’aria bianca
una foresta che si riallaccia agli alberi
amore
oh domenica
che rabbrividisce nello specchio
oh neve
che ascolta la neve
UN AIR BLANC
Il y a des lys
que fréquentent la pluie et les étoiles
un air blanc
une forêt qui renoue avec les arbres
amour
ô dimanche
qui fredonne dans le miroir
ô neige
qui écoute la neige
I GABBIANI
Non sono necessariamente
valide guide per il mare
l’inverno controlla
ogni istante
dal tamarindo
così
la settimana decolla con difficoltà
dal basso
il giorno mi osserva
con occhi da affogato
LES MOUETTES
Ne sont pas forcément
de bons guides pour la mer
l’hiver guette
chaque instant
depuis le tamaris
de la même façon
la semaine décolle avec difficulté
d’en bas
le jour me regarde
avec des yeux de noyés
LA FORESTA CHE HO TRAVERSATO
Non m’ha lasciato acqua sulle dita
i cammini non hanno
condotto ai pesci
le mie mani
fluttuano sugli addii
la bocca
albero immerso
nelle sue foglie morte
da decenni
nei miei sogni una foca
non trova un luogo
dove partorire
LA FORÊT QUE J’AI TRAVERSÉE
N’a pas laissé d’eau sur mes doigts
les chemins ne m’ont
pas conduit aux poissons
mes mains
flottent sur les adieux
ma bouche
arbre qui baigne
dans ses feuilles mortes
depuis des lustres
un phoque dans mes rêves
ne trouve lieu
où enfanter
I GIORNI IN CUI LE CIME
Scendono a valle
per ascoltare i pastori
la mano della zia
che mi batte sulla spalla
lascia un’isola
l’erba
galoppa negli occhi
gli sguardi
sonnolenti nei nidi
i giorni in cui la mia vita scoppia
dispersa
sulle scale della metro
ovunque
come una famiglia
LES JOURS OÙ LES SOMMETS
Descendent vers les vallées
écouter les bergers
la main de ma tante
quand elle tapote mon épaule
laisse une île
l’herbe
galope dans les yeux
les regards
somnolent dans les nids
les jours où ma vie éclate
éparpillée
sur les escaliers du métro
partout
comme une famille
SONO ANDATO A PARIGI
A esercitare il rimpianto perché voli
ecco errori
lunghi quanto lo sconcerto
nella metro non pesano nulla
mi ci vorrà del tempo
per trovare la Torre Eiffel
nella tua borsetta del trucco
e Notre-Dame
nel cassetto
ciò che rimane degli scherzi della veglia
che non ho preso sul serio
era la vita
quando passa
la tranquillità
lascia postumi
JE SUIS PARTI À PARIS
Exercer mon regret afin qu’il vole
voici des fautes
aussi longues que la perplexité
elles ne pèsent rien dans le métro
il me faudra du temps
pour trouver la Tour Eiffel
dans ta trousse de maquillage
et Notre-Dame
dans le tiroir
ce qui reste des badinages de la veille
et que je n’ai pas pris au sérieux
était la vie
quand elle passe
la tranquillité
laisse des séquelles
MIGRAZIONE
D’improvviso
quando ha riposto lo sguardo
nessuno
ha fermato la migrazione degli uccelli
delle sue parole
la sua voce
è intrisa di cose dette
un tocco di blu
a seccare
sulla sua vita
MIGRATION
Soudain
lorsqu’il a replié son regard
personne
n’a arrêté la migration des oiseaux
de ses mots
sa voix
est imbibée de paroles
une touche de bleu
sèche
sur sa vie
Traduzioni inedite di Mia Lecomte
SALEH DIAB è nato ad Aleppo (Siria) nel 1967 e vive in Francia dal 2000. Poeta e critico letterario, fino al 2009 ha fatto parte del comitato internazionale del festival “Voix de la Méditerrané” di Lodève e dell’equipe del festival “Voix vives de Méditerranée en Méditerranée” di Sète. Ha lavorato sulla poesia femminile araba e ottenuto il dottorato di ricerca presso l’Université Sorbonne Paris VIII. Tradotto in molte lingue e pubblicato su riviste internazionali, tre le sue ultime pubblicazioni in Francia: J’ai visité ma vie (antologia personale, Le Taillis Pré, 2013) e Poésie syrienne contemporaine (antologia a sua cura, Le Castor Astral, 2018).