Laura Accerboni | La parte dell'annegato

Da:  La parte dell'annegato (Nottetempo, 2016)  1. L’ospedale è popolato da pesci. E non si respira. Pare che l’ossigeno qualcuno lo pa...


Da:  La parte dell'annegato (Nottetempo, 2016) 


1.

L’ospedale
è popolato da pesci.
E non si respira.
Pare che l’ossigeno
qualcuno lo paghi
per morire più sereno
e non pensare.
Non pensare
alle enormi vasche
dove ti gettano.
E che non c’è acqua
non lo capisci subito.
Solo quando
le braccia tirano
e la trasformazione in branchie
è già avvenuta.
Rivoglio i miei polmoni
qualcuno urla
altri più tranquilli
smettono di tremare.


2.
 
Il freddo
è poco piacevole.
Se si trema
la credibilità
diventa niente.
Per questo ho imparato
a piantare chiodi
nelle mani.
Ora sono
una persona ferma.


3.

A scuola
le bambine
si dispongono
in base all’altezza
dei loro gomiti.
E’ una nuova regola.
Le mamme
all’uscita
riempiono di sassi
i sacchetti della spesa
e nascondono
gli scontrini tra le labbra.
Hanno tutte un numero
che identifica la nascita,
che separa “nascita giusta”
da quella “a giusta distanza”.
A casa
le bambine
si riempiono d’acqua
e sognano
forti gomiti
da scavalcare
come in una guerra.
Chi sopravvive
fa merenda,
le altre di corsa in bagno
a riflettere
sulla perdita.

4.

Ieri il bambino più alto
ha messo una pietra
tra i denti
e ha iniziato a masticare.
Ha dimostrato
a sua madre
ciò che una bocca può fare
se messa all'orlo
e che una casa distrutta
è solo una casa distrutta.
Ieri tutti i bambini più alti
hanno messo alla fame i nemici
e raccolto i loro giochi in fretta.
Hanno dimostrato alle madri
l'ordine
e la disciplina dei morti
poi sono corsi
a lavarsi le mani
e ad ascoltare
le notizie
in forma di ninnenanne.

5.

Ho pensato
non fosse giusto
per i pesci
abitare corpi
per smaltirli
più in fretta
quando l’uomo
li rilascia sul fondo
per non farsi trovare
magari uniti al cemento
i piedi
e corde
e un sacchetto
sulla testa.
Questo a un pesce
non si dovrebbe fare:
costringerlo
a nuotare tra le vene
e obbligarlo a imparare
la geografia polmonare
di altre specie.

6.

Potrei essere un cinghiale
volendo
e spararmi tra gli occhi
volendo.
E nessuno
ne penserebbe niente.
Qualcuno
si preoccuperebbe
di estrarre il piombo
dal corpo.
Che non finisca
tra i denti,
che non ferisca
le guance
a mezzogiorno.

7.

Il sorriso nuovo
lo metto solo
quando esco.
Non è il caso
che si rovini.
E poi luccico meglio
se non è un’abitudine,
salgo su tutti i troni
e indico la strada
ai più deboli.
Ho anche dieci figli
e un piccolo cane
da passeggio.
Eppure ti ballo in casa
mentre mangi
e ti mostro i saldi
mentre dormi
e ti luccico
in testa,
luccico
e non respiro.

8.

Quando mi obbligavano
a mangiare
la profezia serale
“Che cresci forte
e sana” dicevano
mentre mi si scheggiavano
i denti,
non esisteva dolore
nessuna strada
restava da sola
a lungo
e niente era da dire
quindi nulla
c’era da mangiare.
Questo era
il sogno che facevo
mentre la profezia
stava a piccoli pezzi
nel piatto
a raffreddarsi
davanti.




LAURA ACCERBONI  è nata a Genova nel 1985. È una poetessa e fotografa italiana.  Ha pubblicato le raccolte poetiche: Attorno a ciò che non è stato (Edizioni del Leone, 2010), La parte dell’annegato (Nottetempo, 2016) e Acqua acqua fuoco (Einaudi, 2020). Sue poesie sono state pubblicate su diverse riviste italiane e internazionali tra cui Nuova corrente, Poesia, Italian Poetry Rewiew, Gradiva, Loch Raven Review, Kluger Hans e sono state tradotte in oltre 10 lingue. È stata invitata a festival internazionali, come Poetry International Rotterdam (Paesi Bassi);  Felix Poetry Festival (Belgio); Struga Poetry Evenings (Macedonia) Poetas D (in) versos (A Coruña), Festival Babel di Letteratura e Traduzione, Chiasso Letteraria, Internationales Literatur Festival Leukerbad e Poestate (tutti in Svizzera), Poetry on the Road (Germania) e 10Tal / The Stockholm Poetry Festival (Svezia), 45ª Feria Internacional del Libro de Buenos Aires. Nel 2011 ha conseguito il Premio internazionale di poesia Piero Alinari (2011) e nel 2012 il Premio Achille Marazza Opera Prima.  Dal 2016 è tra i poeti selezionati nell'ambito del progetto Versopolis promosso dall’Unione Europea. Nel 2017 ha presentato il suo lavoro di ricerca alle Università di Cork e Dublino.  La raccolta Acqua acqua fuoco (Einaudi, 2020) è tra i finalisti, nella sezione Poesia Edita, dell'edizione 2020 del Premio Nazionale Elio Pagliarani. Vive a Ginevra. 

Related

Poesia 7888066389883075866

SEGUICI SU FACEBOOK

SEGUICI SU TWITTER

Post Più Recenti

In Evidenza

Doris Bellomusto | Quindici Poesie Inedite

Da: Vuoti a rendere L’amore, il tempo e le mancanze (Raccolta Inedita) 1.- ORO E PETROLIO L’amore è un pugno nel ventre, oro e petrolio. L’a...

Novità Editoriali

Letteratura Straniera

Intervista

I Piu' Letti

Musica

Letteratura Italiana

Visualizzazioni totali

item