Dante Maffia

Ricordo Torinese  e Altre Poesie RICORDO TORINESE Mi viene in mente una donna né tanto grassa né tanto magra con la borse d...



Ricordo Torinese 
e Altre Poesie



RICORDO TORINESE


Mi viene in mente una donna
né tanto grassa né tanto magra
con la borse di finta pelle,
con la faccia mezza paffuta
delle madonne di cartapesta.


A una fermata è scesa
dal sessantatre. Si è portata
quel poco di vita che stagnava
sotto le sciarpe dei viaggiatori.



LUNGO LE RIVE DEL PO

Lungo le rive del Po la sera
ci sono campanelli che squillano sciabordando
nei riflessi e s’impigliano ai grumi dei cervelli
spauriti. Cantilene di sporcizia, di cadute a picco
sulla vertigine dello sballo. Nei letti caldi
dei più la consolazione del televisore.

Ogni mattina sulla “Stampa” è documentato l’eccidio
del buonsenso. Al bar si discute se ammazzarli tutti
quei cani rognosi che non vogliono lavorare.
C’è chi s’erge a giudice, chi si propone
per fare il giustiziere. Nei bicchieri di cognac
passa la ronda della maledizione.


INCONTRO CASUALE NEI DINTORNI DI VIA LAGRANGE


Uscendo dal cinema, con ancora sul viso
i colori del regista,quasi gatta, quasi
 ogni cosa che si possa pensare, meno che il paradiso.
Comunque davanti a noi si aprirono praterie assolate,
letti lunghi chilometri, soffici, quasi
che avesse le ali, le natiche dannate.
Il sorriso le dette la misura della mia onestà.
Mi avvicinai per rassicurarla, ci appartammo, quasi.
Ma onestamente non ricordo se di qua o di là.
Naturalmente ha poco importanza, una sciocchezza!
Fu un atto furioso, intenso, quasi
il raggiungimento dell'estrema ebbrezza.
E un attimo dopo tutto finito, come discesi
da una montagna di fuoco. Tremava, mi guardava, quasi
che fossi stato il suo amante per mesi.
La vidi andarsene a testa bassa, piangendo,
dicendosi che le avevo rubato non so cosa, quasi
che io fossi, lei fosse una pedita grave. Scontenta.


GLI SCEMPI A PORTA NUOVA


Il tempo degli scempi s’è acquietato
in una fastidiosa attesa. Mancano alla città
II rumori delle gru, gli squarci, lo spietato
rancore di chi s’era illuso di esistere.
Nuovi commerci: bancarelle illuminate
con stoffe cinesi; una confusione di lingue
che danno l’illusione d’essere su intasate
stazioni che portano chissà dove.
Pizia è appostata all’angolo e sbadiglia,
si gratta il mento, si stacca un pelo dal naso.
Ai bidoni della spazzatura origlia
Una rom che avrà si e no tredici anni.
Eppure c’è un futuro per ogni persona,
lo sanno anche le mosche appiccicate
sui capelli della malconcia barbona
ubriaca, scoperta fino all’inguine.


VIA ROMA
Mia sorella mi porta a passeggio pe Via Roma,
la via delle dame torinesi, dei negozi abbaglianti.
E’ un inverno di neve e di vento gelido
e maledico chei ha posato la prima pietra
sotto queste Alpi arroganti e funeste
che mandano ghiaccio e vento invece
di profumi primaverili.

Due vecchi svuotano un cassonetto
e ficcano l’immondizia in sacchi scuri.
Ci sarà la resurrezione della carne dice
chissà perché la donna che passando
getta uno sguardo e sorride complice
col mio stato d’animo, a suo parere.

Il bicchiere che ho in mano
glielo butto addosso. Non posso credere
che in paradiso o dove più vi piace
debba incontrare ancora vagabondi
che rovistano. È troppo, lasciatemi in pace.


AL CIMITERO DI FERRARA

Mi sembrò così sereno il sonno
dei presenti in quel cimitero
che in un lampo compresi il mistero
celato dalla morte
e ne fu pieno il cielo di giugno.



DA QUANDO SIAMO TORNATI

Da quando siamo tornati
dal viaggio di nozze
hai preso il profilo del nostro salotto,
un po' della cucina. E' una impressione,
ma una di quelle impressioni
che tolgono al sole la voce,
che fanno invecchiare le nubi
e riempiono le stanze di televisori.



CHISSA' PERCHE' TI AMO

Chissà perché ti amo.
Forse perché nei tuoi occhi
non arriva il buio, forse
perché ti fiorisce l'anima
anche quando sono assente,
preso dal fare quotidiano.
O forse perché hai mille orizzonti
a portata di mano,
e sere d'amore, mattini chiari
nei capelli.



MI DOMANDO

Ogni giorno mi domando
se ha senso l'amore.
Le risposte diventano infinite,
una finestra si spalanca
al primo vento
e si chiude di scatto.
                                                                                             

                                                                                           
                                                                                             
DANTE MAFFIA, è poeta, narratore, saggista, critico d’arte e fondatore di riviste prestigiose come "Il Policordo", "Poetica" e "Polimnia".  E’  nato a Roseto Capo Spulico (Cosenza) il 17 gennaio 1946. Il padre, Salvatore, piccolo commerciante del paese, scelse il nome del quarto figlio (dopo Luigi, Antonio e Filomena) augurandosi che diventasse uno scrittore. Trasferitosi a Roma ha esercitato vari mestieri per sopravvivere e frequentare l’Università. Si è laureato con una tesi sulla Presenza del Verga nella narrativa calabrese. Si è dedicato all’insegnamento e alla ricerca nella cattedra di Letteratura Italiana dell’Università di Salerno diretta da Luigi Reina. Intensa la sua attività critica sulle maggiori riviste italiane tra cui "Nuova Antologia", "Il Veltro", "Il Belli", "Idea", "Poiesis", "Fermenti", "Poesia", "Microprovincia", "Hebenon", "La Fiera Letteraria", "Il Giornale di Calabria", "Il Mattino", "La Voce", "Nuovi Argomenti", "Il Cittadino", "La Nazione", "Paese Sera", "Lunarionuovo", "Misure Critiche", "La Rassegna Salentina", "Otto/Novecento". È stato corrispondente de "La Nacion" di Buenos Aires ; per anni ha curato la rubrica dei libri per RAI 2 ed è redattore degli "Studi di Italianistica nell’Africa Australe". Come poeta fu segnalato, agli esordi, da Aldo Palazzeschi che ha firmato la prefazione al suo primo volume, e da Leonardo Sciascia che con Dario Bellezza ritiene Maffìa "uno dei più felici poeti dell’Italia moderna". Ha tradotto alcuni poeti dialettali calabresi per Garzanti e per Mondadori. Il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, nel 2004 lo ha insignito di Medaglia d’Oro per i suoi meriti culturali, insieme a Uto Ughi, Raffaele La Capria, Piero Angela, Giuseppe Tornatore, Ermanno Olmi e Achille Bonito Oliva. Oltre ad Aldo Palazzeschi, hanno prefato i suoi libri Donato Valli, Enzo Mandruzzato, Dario Bellezza, Mario Sansone, Carmelo Mezzasalma, Mario Luzi, Giulio Ferroni, Marco Rossi,Giacinto Spagnoletti, Angelo Stella, Giuseppe Pontiggia, Mario Specchio, Claudio Magris, Nelo Risi, Alberto Granese, Dacia Maraini, Gian Luigi Nespoli, Silvana Folliero, Tommaso Romano, Carmelo Vera Saura, Tullio De Mauro, Natalino Sapegno, Norberto Bobbio, Luigi Reina, Alberto Bevilacqua, Alberto Moravia, Alberto Granese, Corrado Calabrò, Gianpaolo Rugarli, Alberto Abbuonandi, Remo Bodei, Sergio Givone, Giuliano Manacorda. Numerose le traduzioni delle sue opere all’estero: in rumeno, inglese, francese, spagnolo, russo, tedesco, portoghese, slovacco, macedone, svedese, sloveno, bulgaro, greco, ungherese. Dante Maffìa ha scritto molto, sempre più convinto, come ha ripetuto in più d’una occasione, che gli scrittori non si possono né si devono giudicare dalla quantità delle loro pagine: "Quando a Liala un giornalista domandò perché non fosse riuscita a creare il capolavoro, la narratrice sorridendo fece notare che non era stata colpa della fretta e dei cento e più romanzi scritti, ma semplicemente perché non ne era capace. Infatti altri, come Dostoievskij , Balzac o Goethe, che di libri ne hanno scritto più di lei, hanno prodotto dei capolavori nonostante la marea delle loro pagine.". Per una bibliografia ampia, ma non completa, si rimanda ai testi curati da Luigi Troccoli, Omaggio a Dante Maffìa, Castrovillari, 1978; da Gennaro Mercogliano, L’Odissea nel mistero, Catania, 1984; da Rocco Salerno, Antico e nuovo nella poesia di Maffìa, Roma, 1986; da Franco Di Carlo, Gli opposti segni, Lecce, 1986; da Luigi Reina, La poesia come azione e dizione, Roma, 1988; da Giuseppe De Marco, Mappa dei poeti del Sud, Napoli, 1989; da Vincenzo Petrone, Lessico del dialetto di Maffìa, Rossano, 1989; e dal recente studio complessivo di Antonio Iacopetta. Per i libri editi ha ricevuto i premi: "Martina Franca", "Palmi", "Alfonso Gatto", "Tarquinia- Cardarelli", "Calliope", "Città di Firenze", "Città di Venezia", "Trastevere", "Pino d’Oro", "Brutium", "Rhegium Julii", "Acireale", "Lentini", "Lanciano", "Città di Cariati", "Circe-Sabaudia", "Montale", "Un ponte per l’Europa", "Vanvitelli", "Insieme nell’Arte", "Marineo", "Anna Borra", "Contini-Bonacossi", "D’Alessandro", "Anco Marzio", "Cirò Marina", "Palmi", "Viareggio","Stresa". 

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