Socrate Toselli | Dentro una cosa sola
Eri nascosta in ogni passo dietro ogni angolo delle stanze vuote o tra gli spigoli del tavolo in cucina e il mio cuore non ne sapeva nulla ...
Eri nascosta in ogni passo
dietro ogni angolo delle stanze vuote
o tra gli spigoli del tavolo in cucina
e il mio cuore non ne sapeva nulla
di questo vivere e rinascere ogni giorno
che si fa eterno fino a che non muore
I miei peccati sono pietre
che getto nel mare
della Tua misericordia.
E non v’è pietra che scagliata in mare
resti a galla.
La luce di febbraio dirada
la naturale impurità
che nella chiarità del cielo
è schiarita, è compita;
eternamente patita,
è innocente presenza.
Eppure, viva, chiede perdono.
Poiché non v’è innocenza
che non sia lasciva.
procedi passo a passo
senza fretta
a qualunque cosa fai attenzione
rifletti sulla bontà di ogni momento
incontra il sentimento della vita
in ogni uomo
avvertine il bisogno e la bellezza
sii cosciente d’ogni tua mancanza
non aggiungere a esse
anche l’errore di non tenerne conto
in tutto cogli
la fraternità del mondo
individua saggiamente i tuoi principi
orienta a essi
il tuo cammino e la tua vita
ma che nessuno di essi
prevalga sulla vita
sulla vita fatta d’ossa e carne
guarda la meta
procedile incontro con coraggio
e cogli gelosamente l’odore della strada
fino a impregnartene la pelle
per conservarlo
per conservarlo sempre
suscita l’idea di un mare senza riva
il bagliore di questo cielo immenso
invita l’anima a percepirne il senso
e tuttavia a rimanerne priva
È una sofferenza inaudita,
questa Tua, che non lascia spazio
alla consolazione. E non basta
pensare al terzo giorno
per distogliere gli occhi,
sfuggire all’impressione
che la vita stia tutta in ciò
che muore. Hai sconfitto
la morte, non il suo dolore.
La sabbia della riva è la più dura.
Proprio dove più la tocca il mare
che continuamente torna e poi sparisce,
la sabbia accarezzata si indurisce.
Che pure una carezza fa paura,
che resta il segno quando poi scompare.
Torna settembre, carico di inizi.
La luce, che si fa più fioca, porta
con sé qualcosa di sospeso
tra i deboli indizi di una vita
pensata più di quanto sia vissuta.
E io mi sento un po’ meno smarrito;
penso alla polvere che luccica
nel sole, ai cristalli persi nei frantumi.
Penso al silenzio delle case vuote,
senza più lumi. E l’incedere di sempre
ne è deriso, tra strade ignote. Perché
ogni assenza è un lascito improvviso.
E non c’è un’ora che ne resti priva.
Io celebro ogni cosa che è finita
in ogni cosa che ritorna viva.
Eternamente calmo
è il mare questa sera.
Eloquente, il silenzio delle onde
mi parla come di un’assenza
che soprattutto quand’è sera
aleggia e è disvelata al cuore.
E in quell’assenza è il mare.
Attorno a noi è sospesa
un’eco di giorni lontani
e ogni cosa finisce e non
finisce. Imparo che è
un riproporsi da sempre,
un continuo ritorno
il domani. E non so bene
da cosa mi riparo.
Socrate Toselli (Cori, 1986) ha 37 anni e vive a Latina, dove svolge la professione di avvocato dopo essersi laureato presso l’Università “La Sapienza” di Roma nel 2010. Dentro una cosa sola (2014) è la sua prima raccolta poetica.