Aquiles Nazoa | Selezione di poesie

Quest'anno i venezuelani celebrano il centenario della nascita di Aquiles Nazoa, uno dei loro poeti più amati. Ci uniamo a quella celeb...

Quest'anno i venezuelani celebrano il centenario della nascita di Aquiles Nazoa, uno dei loro poeti più amati. Ci uniamo a quella celebrazione letteraria con la pubblicazione di questa breve selezione di suoi testi



Buongiorno, Aquiles, maestro del verso e filosofo dell'acqua.

In questo piccolo saggio dell'opera del poeta venezuelano Aquiles Nazoa, sono presenti alcune delle sue magistrali qualità. Una, quella del delicato cultore della bellezza, come espressamente rivelato nel suo formidabile "Credo"; un’altra, quella del lirico che sa arrivare con eleganza al cuore dei suoi lettori e commuoverci con l'immagine esatta "delle piccole cose della terra", per usare una frase della sua bellissima "Ballata di Hans e Jenny". E anche la saggia tenerezza di parlare a bambini e adulti, con la grazia ineguagliabile di metafore che sono, in se stesse, l'umorismo e l'amore della sua nobiltà letteraria. Perché, cos'altro si potrebbe dire di quel piccolo capolavoro intitolato «Buongiorno, tartarughina».

Freddy Castillo Castellanos



Buen día, Aquiles, maestro del verso y filósofo del agua.

En esta pequeña muestra de la obra del poeta venezolano Aquiles Nazoa están presentes algunas de sus cualidades magistrales. Una, la del delicado cultor de la belleza, como expresamente lo revela en su formidable “Credo”; otra, la del lírico que sabe llegar con elegancia al corazón de sus lectores y conmovernos con la imagen exacta “de las cosas menudas de la tierra”, para usar una frase de su bellísima “Balada de Hans y Jenny”. Y también, la sabia ternura para hablarle a niños y mayores, con la gracia inigualable de metáforas que son, en sí mismas, el humor y el amor de su nobleza literaria. Porque, ¿qué otra cosa podría decirse de esa pequeña obra maestra titulada “Buen día, tortuguita”?

Freddy Castillo Castellanos 





PREGO IL CREDO O CREDO DI AQUILES NAZOA

Credo in Pablo Picasso, onnipotente, creatore del cielo e della terra; credo in Charlie Chaplin, figlio delle violette e dei topi, che fu crocifisso, morto e sepolto dal tempo, ma che risuscita ogni giorno nel cuore degli uomini; credo nell'amore e nell'arte come via verso la gioia della vita duratura; credo nei grilli che popolano la notte di cristalli magici; credo nella smerigliatrice che vive facendo stelle d'oro con la sua ruota meravigliosa; credo nella qualità aerea dell'essere umano configurata nel ricordo di Isadora Duncan lasciandosi cadere come una colomba purissima ferita sotto il cielo del Mediterraneo; credo nelle monete di cioccolato che metto da parte in segreto sotto il cuscino della mia infanzia; credo nella favola di Orfeo; credo nel sortilegio della musica, io che nelle ore della mia angustia, ho visto l'incantesimo dalla Pavana di Fauré, uscire libera e radiosa la dolce Euridice dall'inferno della mia anima; credo in Rainer Maria Rilke, eroe della lotta dell'uomo per la bellezza, che sacrificò la sua vita nell'atto di tagliare una rosa per una donna; credo nei fiori che sono spuntati dal cadavere adolescente di Ofelia; credo nel pianto silenzioso di Achille di fronte al mare, credo in una nave svelta e molto distante che è partita un secolo fa per incontrare l'aurora; il suo capitano Lord Byron, nella cintura la spada degli arcangeli, e nelle sue tempie uno scintillio di stelle; credo nel cane di Ulisse; nel ghignagatto di Alice nel Paese delle Meraviglie, nel pappagallo di Robinson Crusoe, nei topolini che tiravano la carrozza di Cenerentola, e in Beralfiro il cavallo di Rolando, e nelle api che scolpivano il loro alveare dentro il cuore di Martín Tinajero ; credo nell'amicizia come l'invenzione più bella dell’uomo; credo nei poteri creatori del popolo; credo nella poesia e, infine, credo in me stesso, poiché so che c'è qualcuno che mi ama.

REZO EL CREDO O CREDO DE AQUILES NAZOA

Creo en Pablo Picasso, todopoderoso, creador del cielo y de la tierra; creo en Charlie Chaplin, hijo de las violetas y de los ratones, que fue crucificado, muerto y sepultado por el tiempo, pero que cada día resucita en el corazón de los hombres; creo en el amor y en el arte como vías hacia el disfrute de la vida perdurable; creo en los grillos que pueblan la noche de mágicos cristales; creo en el amolador que vive de fabricar estrellas de oro con su rueda maravillosa; creo en la cualidad aérea del ser humano configurada en el recuerdo de Isadora Duncan abatiéndose como una purísima paloma bajo el cielo del Mediterráneo; creo en las monedas de chocolate que atesoro secretamente debajo de la almohada de mi niña; creo en la fábula de Orfeo; creo en el sortilegio de la música, yo que en las horas de mi angustia, vi el conjuro de la Pavana de Fauré, salir liberada y radiante a la dulce Eurídice del infierno de mi alma; creo en Rainer Maria Rilke, héroe de la lucha del hombre por la belleza, que sacrificó su vida al acto de cortar una rosa para una mujer; creo en las flores que brotaron del cadáver adolescente de Ofelia; creo en el llanto silencioso de Aquiles frente al mar, creo en un barco esbelto y distintísimo que salió hace un siglo al encuentro de la aurora; su capitán Lord Byron, al cinto la espada de los arcángeles, y junto sus sienes un resplandor de estrellas; creo en el perro de Ulises; en el gato risueño de Alicia en el País de las Maravillas, en el loro de Robinson Crusoe, en los ratoncitos que tiraron del coche de la Cenicienta, en Baralfino caballo de Rolando y en las abejas que labraron su colmena dentro del corazón de Martín Tinajero; creo en la amistad como el invento más bello; creo en los poderes creadores del pueblo; creo en la poesía y en fin, creo en mi mismo, puesto que sé que hay alguien que me ama.


BUONGIORNO, TARTARUGHINA

Buongiorno, tartarughina
parrocchetto dell'acqua
che al balconcino del tuo guscio
stai sempre affacciata
con la triste espressione di una vecchietta
che sta masticando l'acqua
e mentre prende il sole rimane mezza
addormentata alla finestra.
Buongiorno, tartarughina,
nonnina dell'acqua
che per vedere il giorno
allunghi il colletto
mostrando delle rughe
dando l'impressione d’indossare un asciugamano
arrotolato al collo
o una vecchia sciarpa molto consumata.
Buongiorno, tartarughina,
pagliaccetto dell'acqua
che sembri più ridicola e goffa
con le tue calze avvoltolate
e l’enorme paltò dalle spalle cadenti
che porti con te come fosse un peso
e con cui cammini a capitomboli,
muovendo ora un piede e un altro domani
come un’ubriachina,
come una sconfitta
come un pagliaccio vecchio
che guarda con fastidio i gradini.
Buongiorno, tartarughina,
ubriachino dell'acqua...
Da dove vieni, dì, con quegli occhi
che ti si chiudono da soli, e quella faccia
di chi non ha dormito tutta la notte,
e quella vecchia casacca
che si vede che non è tua,
perché quasi ci passi sopra quando cammini?
Buongiorno, tartarughina,
filosofo dell’acqua
che passi la vita a parlare da sola,
perché se non parli da sola, a chi parli?
Chi, a meno che non sia uno sciocco ascolterebbe
le tue sciocche parole?
Nemmeno chi ti prende sul serio con quel
faccino di persona incatarrita
e quell'espressione da vecchietta compiaciuta
che esce a prendere il sole ogni mattina
e che rimane ore e ore mezza
addormentata alla finestra?
Buongiorno, tartarughina,
parrocchetto dell'acqua,
nonnina dell'acqua,
pagliaccetto dell'acqua,
ubriachino dell'acqua,
filosofo dell'acqua ...


BUEN DÍA, TORTUGUITA

Buen día, tortuguita,
periquito del agua
que al balcón diminuto de tu concha
estás siempre asomada
con la triste expresión de una viejita
que está mascando el agua
y que tomando el sol se queda medio
dormida en la ventana.
Buen día, tortuguita,
abuelita del agua
que para ver el día
el pescuecito alargas
mostrando unas arrugas
con que das la impresión de que llevaras
enrollada una toalla en el pescuezo
o una vieja andaluza muy gastada.
Buen día, tortuguita,
payasito del agua
que te ves más ridícula y más torpe
con tus medias rodadas
y el enorme paltó de hombros caídos
que llevas sobre ti como una carga
y con el que caminas dando tumbos,
moviendo ahora un pie y otro mañana
como una borrachita,
como una derrotada,
como un payaso viejo
que mira con fastidio hacia las gradas.
Buen día, tortuguita,
borrachito del agua…
¿De dónde vienes, di, con esos ojos
que se te cierran solos, y esa cara
de que en toda la noche no has dormido,
y esa vieja casaca
que se ve que no es tuya,
pues casi te la pisas cuando andas?
Buen día, tortuguita,
filósofo del agua
que te pasas la vida hablando sola,
porque si no hablas sola, ¿a quién le hablas?
¿Quién, a no ser un tonto atendería
a tus tontas palabras?
¿Ni quién te toma en serio a ti con esa
carita de persona acatarrada
y esa expresión de viejita chocha
que a tomar sale el sol cada mañana
y que se queda horas y horas medio
dormida en la ventana?
Buen día, tortuguita,
periquito del agua,
abuelita del agua,
payasito del agua,
borrachito del agua,
filósofo del agua.


BALLATA DI HANS E JENNY

Veramente, l'amore non è mai stato così chiaro come quando Hans Christian Andersen amò Jenny Lind, l'usignolo di Svezia.
Hans e Jenny erano sognatori e bellissimi, e il loro amore condividevano come due collegiali condividono le loro mandorle.
Amare Jenny era come mangiare una mela sotto la pioggia. Era stare in campagna e scoprire che oggi sono spuntate le ciliegie mature.
Hans era solito cantarle storie fantastiche dell'epoca in cui i blocchi di ghiaccio erano i grandi orsi del mare. E quando la primavera stava arrivando, lui le copriva le trecce con tossilaggine silvestre.
Lo sguardo di Jenny popolava di colori domenicali il paesaggio. Avrebbe potuto benissimo Jenny Lind essere nata in una scatola di acquerelli.
Hans aveva una scatola di musica nel cuore, e una pipa di schiuma di mare, che Jenny gli diede.
A volte i due viaggiavano in direzioni diverse. Ma continuavano ad amarsi nell'incontro delle minute cose della terra.
Per esempio, Hans riconosceva e amava Jenny nella trasparenza delle fontane, nello sguardo dei bambini e nelle foglie secche.
Jenny riconosceva e amava Hans nelle barbe dei mendicanti, e nel profumo del pane tenero e nelle monete più umili.
Perché l'amore di Hans e Jenny era intimo e dolce come il primo giorno d'inverno a scuola.
Jenny cantava le antiche ballate nordiche con infinita tristezza.Una volta la udirono degli studenti americani e di notte tutti piansero teneramente su una mappa della Svezia.
Ed è che, quando Jenny cantava, era l'amore di Hans che cantava in lei.
Hans una volta fece un lungo viaggio e dopo cinque anni ritornò.
E andò a vedere la sua Jenny e la trovò seduta, le mani raccolte, nell'attitudine tranquilla di una ragazza cieca.
Jenny era sposata e aveva due bambini semplicemente bellissimi come lei.
Ma Hans continuò ad amarla fino alla morte, nella sua pipa di schiuma e con l'arrivo dell'autunno e nel colore dei lamponi.
E Jenny continuò ad amare Hans negli occhi dei mendicanti e nelle monete più umili.
Perché, davvero, l'amore non è mai stato così chiaro come quando Hans Christian Andersen amò Jenny Lind, l'usignolo di Svezia.


BALADA DE HANS Y JENNY

Verdaderamente, nunca fue tan claro el amor como cuando Hans Christian Andersen amó a Jenny Lind, el Ruiseñor de Suecia.
Hans y Jenny eran soñadores y hermosos, y su amor compartían como dos colegiales comparten sus almendras.
Amar a Jenny era como ir comiéndose una manzana bajo la lluvia. Era estar en el Campo y descubrir que hoy amanecieron maduras las cerezas.
Hans solía cantarle fantásticas historias del tiempo en que los témpanos eran los grandes osos del mar. Y cuando venía la primavera, él le cubría con silvestres tusilagos las trenzas.
La mirada de Jenny poblaba de dominicales colores el paisaje. Bien pudo Jenny Lind haber nacido en una caja de acuarelas.
Hans tenía una caja de música en el corazón, y una pipa de espuma de mar, que Jenny le diera.
A veces los dos salían de viaje por rumbos distintos. Pero seguían amándose en el encuentro de las cosas menudas de la tierra.
Por ejemplo, Hans reconocía y amaba a Jenny en la transparencia de las fuentes y en la mirada de los niños y en las hojas secas.
Jenny reconocía y amaba a Hans en las barbas de los mendigos, y en el perfume de pan tierno y en las más humildes monedas.
Porque el amor de Hans y Jenny era íntimo y dulce como el primer día de invierno en la escuela.
Jenny cantaba las antiguas baladas nórdicas con infinita tristeza.
Una vez la escucharon unos estudiantes americanos, y por la noche todos lloraron de ternura sobre un mapa de Suecia.
Y es que, cuando Jenny cantaba, era el amor de Hans lo que cantaba en ella.
Una vez hizo Hans un largo viaje y a los cinco años estuvo de vuelta.
Y fue a ver a su Jenny y la encontró sentada, juntas las manos, en la actitud tranquila de una muchacha ciega.
Jenny estaba casada y tenía dos niños sencillamente hermosos como ella.
Pero Hans siguió amándola hasta la muerte, en su pipa de espuma y en la llegada del otoño y en el color de las frambuesas.
Y siguió Jenny amando a Hans en los ojos de los mendigos y en las más humildes monedas.
Porque, verdaderamente, nunca fue tan claro el amor como cuando Hans Christian Andersen amó a Jenny Lind, el Ruiseñor de Suecia.


ELEGIA PER AQUILES NAZOA

Oggi è il mio ultimo giorno di scuola;
la scuola si è svegliata piovigginando;
la maestra mi manda a tagliare dei fiori;
mi metto i guanti da giardino.
Per andare al funerale della mia infanzia
arrivano alcune formiche piangendo;
apro, per sapere come si chiama questa ragazza,
il mio quaderno di scrittura inglese;
le bellissime lettere escono e volano verso i fiori.
E intanto, trascinandosi nel tempo
si consumano le scarpe delle foglie,
e sull’angelica spalla della sera
le nuvole fanno svanire la loro favola.
Colori della mia infanzia così delicati.
Ricordo che mi sono dipinto con pastelli
una casetta sul petto quella sera;
aveva una finestra dalla quale alcune volte mia madre si affacciava
e una porta attraverso la quale io uscivo per andare a scuola.
Che gran peccato che mi si sia cancellata:
se l'avessi mi ci metterei a pingere dentro.


ELEGÍA A AQUILES NAZOA

Hoy es mi último día de colegio;
la escuela ha amanecido lloviznando;
la maestra me manda a cortar unas flores;
yo me pongo los guantes del jardín.
Para ir al entierro de mi niñez
vienen algunas hormigas llorando;
abro, para saber cómo se llama esta muchacha,
mi cuaderno de escritura inglesa;
las bonitas letras salen volando hacia las flores.
Entretanto, arrastrándose en el tiempo
se gastan los zapatos de las hojas,
y en la angélica espalda de la tarde
desvanecen su fábula las nubes.
Colores de mi niñez tan delicados.
Recuerdo que en el pecho una casita
me pinté con creyones aquella tarde;
tenía una ventana por la que algunas veces se asomaba mi madre
y una puerta por la que yo salía para irme a la escuela.
Lástima grande que se me haya borrado:
si la tuviera me metería a llorar dentro de ella.



STORIA NATURALE RACCONTATA DA CARLOTA

La piccola farfalla ha vocazione di carretta,
sebbene la sua attuale occupazione sia la saldatura autogena.
La mantide religiosa si consuma di sofferenza per il figlio,
ma non lo perdona.
Alcune farfalle hanno appena lasciato la messa delle cinque.
Il rospo non ha finito di vestirsi.
E ci sono formiche che si stanno precipitosamente chiedendo:
- Sarà qui? Sarà qui? Sarà qui?
La rana è il cuore dell'acqua.
E chi dice che lo scorpione non sia un'invenzione bellica di Leonardo?
Il bombo è fochista di una locomotiva.
E la libellula dubita se studiare chimica o sposarsi.
L'ape raccomanda per l’influenza l'uso del maglione
e prossimamente le si sposerà
una figlia, che presto diventerà come lei.
I ragni hanno la mano sulla guancia.
Quante cose non entrano in quella borsa da signora
che portano sotto il braccio le galline?
I piccoli di colombe in maglietta:
hanno avuto una bruttissima notte e pensano se radersi o meno.
I tacchini si sono messi un sacco vuoto sopra la testa
e le gallinelle un vestito attillato di maniche lunghe.
(Oh, siamo in lutto -dicono- ma questo non ci impedisce
che ci piaccia ancora parlare della vita degli altri.)
I conigli non smettono di chiedersi cosa succede cosa succede,
né i gufi di tenere le mani in tasca.
L'ippopotamo entra in acqua
e dopo un po' esce per essere toccato e vedere se è già
morbidino.
Tutte queste follie
me le dice Carlotta.
Una carbonaria per non annoiarsi,
si distrae scrivendo le sue memorie.
Ogni mattina esce in campagna,
come un vecchietto, per salutare le cose;
orienta le formiche smarrite,
legge alcune notizie sulle foglie
e dopo aver indagato se il gufo
ha ancora l’ingrossamento delle parotidi
e se il bruco può già
camminare senza stampelle, guarda l'ora,
ci pensa, ci ripensa, e alla fine
si ritira di nuovo nel suo guscio.
Ha un libro di Samain lì e ha
un tavolino zoppo,
davanti al quale, in maniche di camicia,
e con i suoi occhialini, si accomoda
e, a lume di candela,
di tutto ciò che ha visto prende nota.
E un giorno, forse tra cento anni,
Il libro di Carlota verrà alla luce.
Carlota per allora sarà morta
e ad un altro forse verrà attribuita la sua opera,
ma ogni volta che un bambino
riderà nel leggere cose così belle,
ci sarà una rumore di farfalle bianche
nel lirico tunnel del suo guscio.



HISTORIA NATURAL CONTADA POR CARLOTA

La tara tiene vocación de carreta,
aunque su actual ocupación es la soldadura autógena.
La cerbatana se consume de sufrimiento por el hijo,
pero no lo perdona.
Ciertas maripositas acaban de salir de misa de cinco.
El sapo no se ha acabado de vestir.
Y hay hormigas que andan preguntándose atolondradamente:
-¿Será por aquí? ¿Será por aquí? ¿Será por aquí?
La rana es el corazón del agua.
¿Y quién dice que el alacrán no es un invento bélico de Leonardo?
El cigarrón es fogonero de una locomotora.
Y la libélula duda entre si estudia química o se casa.
La abeja recomienda para la gripe el uso del sweater
y próximamente se le
va a casar una hija que en seguida se pondrá como ella.
Las arañas tienen la mano en la mejilla.
¿Cuántas cosas no caben en ese bolso de señora
que llevan debajo del brazo las gallinas?
Los pichones de paloma en camiseta:
pasaron muy mala noche y piensan si se afeitan o no.
Los pavos se pusieron un saco vacío por la cabeza
y las gallinetas un ajustado vestidito de mangas largas.
(Ay, estamos de luto –dicen-, pero eso no nos impide
que nos siga gustando hablar de la vida ajena.)
Los conejos no cesan de preguntarse qué pasa qué pasa,
ni las lechuzas de tener las manos en el bolsillo.
El hipopótamo se mete en el agua
y al cabo rato sale para que lo toquen a ver si ya está
blandito.
Todas estas locuras
me las dice Carlota,
un morrocoy que para no aburrirse,
se distrae escribiendo sus memorias.
Cada mañana sale por el campo,
como un viejito, a saludar las cosas;
orienta a las hormigas extraviadas,
lee algunas noticias en las hojas
y después de indagar si la lechuza
sigue con las parótidas
y si el gusano medidor ya puede
caminar sin muletas, ve la hora,
lo piensa, lo repiensa, y al fin vuelve
a meterse en su concha.
Tiene allí un libro de Samain y tiene
una mesita coja,
ante la cual, en mangas de camisa,
y con sus anteojitos, se acomoda
y, a la luz de una vela,
de todo lo que ha visto toma nota.
Y algún día, tal vez de aquí a cien años,
saldrá a la luz el libro de Carlota.
Carlota para entonces se habrá muerto
y a otro quizá se atribuirá su obra,
mas cada vez que un niño
se ría de leer tan lindas cosas,
habrá un rumor de mariposas blancas
en el lírico túnel de su concha.



CIANCE DI DOPOCENA CON JACQUES PREVERT

In questi tempi non si può credere nei miracoli
oggi tagliando il pane un pollo è volato fuori 
poi abbiamo saputo che era uno scherzo del panettiere
lo dicevo io.

In questi tempi non si può credere nell'amore
ieri notte nostro figlio maggiore
ha ingoiato la sua fidanzata mentre la baciava
poi si è scusato dicendo che era accaduto involontariamente
lo dicevo io.

In questi tempi non si può
credere in ciò che dipingono i pittori 
Picasso ha appena dipinto un cavallo
mangiando il cuore di una ragazza
ma il quadro s’intitolava
ragazza mangiando il cuore di un cavallo
lo dicevo io.

MURMURACIONES DE SOBREMESA CON JACQUES PREVERT

En estos tiempos no se puede creer en milagros
hoy al cortar el pan salió volando un pollo
luego supimos que era una broma del panadero
ya decía yo.

En estos tiempos no se puede creer en el amor
anoche nuestro hijo mayor
se tragó a su novia mientras le daba un beso
luego se disculpó diciendo que había sido sin querer
ya decía yo.

En estos tiempos no se puede
creer en lo que pintan los pintores
Picasso acaba de pintar un caballo
comiéndose el corazón de una muchacha
pero el cuadro se titulaba
muchacha comiéndose el corazón de un caballo
ya decía yo.


Versione italiana di Marcela Filippi Plaza)

AQUILES NAZOA. Venezuela. 1920-1976. Il suo lavoro poetico include un'importante vena umoristica che gode di un vasto pubblico, che fa di Nazoa uno dei grandi "poeti popolari" del suo paese. Scrisse una bellissima poesia lirica, sia in versi tradizionali che in prosa. Coltivò il saggio, il giornalismo e la cronaca. Per molti anni ha condotto un programma televisivo in cui parlava delle "cose più semplici". Una curiosità: una frase della sua poesia "Credo" è stata inclusa nel preambolo dell'attuale Costituzione venezuelana: "i poteri creatori del popolo". Alcune delle sue opere: Aniversario del color, El transeúnte sonreído, Poesía para colorear, Los poemas, Humor y amor de Aquiles Nazoa. Morì pochi giorni prima del suo cinquantaseiesimo compleanno, in un incidente d'auto.



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