Stefano Benni | Il Diditì, o il drogato da telefonino
Creatura recentemente apparsa ma ormai tristemente nota. Il suo dramma non è il cellulare, ma la dipendenza, cioè il non saper ri...
b. modello "Gogna", con mezzo busto fuori della finestra, braccio proteso e mezzo congelato;
c. modello "Frontiera", deambulante avanti e indietro attraverso la porta, in un vortice di spifferi e proteste;
d. modello "Fisherman", col cellulare legato a una canna da pesca infilata nello spioncino dell'aerazione in alto a destra;
e. modello "Delega", nervosissimo dopo aver pagato un ragazzino perché gli tenga il cellulare fuori del locale. La percentuale di restituzione è del cinquanta per cento, ma pur di avere il telefonino in funzione, il DDT corre questo rischio;
f. modello "Eremita", seduto sul cesso tutta la sera perché lì è l'unico punto dove riceve.
Ah, e dopo dove vai?
Ho capito, allora ci sentiamo stasera?
No stasera non lo so, perché tu dove vai?
Sì forse vengo anch'io, ma tu ci sei?
Allora stasera ti chiamo per sentire se ci sei, se no mi dici dove sei, se no dove sei domani.
Sì, domani io sto qua, tu vai via o stai qua?
Se vado via chiama che ti raggiungo. Se no ti chiamo io per dirti che non vengo e che è inutile che chiami.
Senti e per le vacanze dove vai?
No io non torno là, tu ci torni?
Beh magari ti telefono se decido che torno, se no se decidi che torni mi chiami tu.
Va bene, sì ciao, ciao.
Senti, e a capodanno cosa fai?
Ad libitum.
Dove cazzo eri ieri sera?
E io che cazzo ci posso fare?
Di’ che vada a fare in culo lui e tutta la sua baracca.
Non ci penso nemmeno, cazzi tuoi.
Certo, ciao amore, a stasera, amore (bacetto)
Conversazione urgente di lavoro
Sono Borghi, c'è il dottor Lamanna?
Lamanna? No, sono Borghi, vorrei il dottor Lamanna.
Dottor Lamanna, sono Borghi... Ah non è lei, me lo può passare da lì?
Sono sempre Borghi, santodio mi può passare Lamanna?
Scusi ma è un'ora che dite che mi passate Lamanna, me lo passate o no?
Borghi, sono Borghi, perdio!
Come "cosa voglio?". Voglio il dottor Lamanna!
Lamanna? Ah ciao, sono Borghi, scusa ti posso richiamare tra un'oretta che adesso ho da fare?
Và là và là che non me la racconti tutta...
E lei cos'ha detto?
Ma dai! E tu allora?
Dai, non farmi ridere che sono in un bar che mi sentono tutti, ma davvero lei ti ha...
E tu le hai... ma no...
Ma dai? Te l'avevo detto che quella era una por... non farmi parlare, dai... Ah si? E tu le hai messo una mano? Noooooo! Ma davvero ti ha preso... come ti ha chiamato...? Dai che non ci credo.
"Cazzone d'oro"? E tu cosa hai fatto, Giulio?
Come sarebbe a dire che non ti chiami Giulio? Scusi ma con chi parlo?
Conversazione sibillina (a bassa voce)
Pronto sei tu, sono io...
Guarda per quella cosa ho parlato con quello ma niente...
Senti, parla con lui per sapere se può fare almeno l'altra cosa.
No io non posso dirtelo adesso così ma secondo me per quell'altra cosa bisogna che chiami tu.
Allora io chiamo lui e gli dico che poi tu lo chiami per quella cosa.
Ciao va bene ma non parlarne con chi sai tu che poi mi chiama e succede quello che sai.
Ce l'hanno a righine verdi piccole, chiare...
Piccole quanto non saprei, diciamo come un capello.
Che ne so se è un capello mio o un capello tuo, comunque non hanno la taglia cinquantaquattro.
Non so se va bene il cinquantadue, senti non hai un metro per misurarti il collo, misuratelo e poi richiama e mi devi anche aiutare a comprare i formaggi.
(fatta da un uomo con una bionda vistosissima al fianco)
Ciao cara, senti non rientro stasera, sono ancora a Milano, la riunione è stata più lunga del previsto.
Che tempo fa a Milano? (imbarazzo) beh, che tempo vuoi che faccia a Milano...
I rumori? Ah sì, sono nello studio dell'avvocato Gambetta, siamo in una pausa.
Te lo saluto sì. Avvocato (rivolto al barista stupito) mia moglie la saluta.
Va bene amore, ci vediamo domattina, ma tu dove sei, in casa?
Certo amore che sono a Milano ma insomma ti fidi o no?
Un bacio cara, scusa cos'è questa musica di sottofondo?
Lo stereo della camera da letto?
Scusa cara ma noi non abbiamo lo stereo nella camera da letto.
Come l'hai comprato stamattina? Guarda cara non fare la furba che in dieci
minuti... in un'ora d'aereo piombo lì e sono cazzi eh! Va bene, va bene, mi fido,
se non ci si fida allora è inutile.
Certo che sono a Milano, fidati.
Scusa, che marca è lo stereo che avresti comprato?
che stanotte li hanno forzati tutti, com'è andata la chemioterapia stamattina, e scusa un'ultima cosa, cosa sta facendo l'Inter?
da: Bar Sport duemila, (Feltrinelli editore)
STEFANO BENNI è nato a Bologna il 12 agosto 1947. Dapprima giornalista, quindi scrittore e poeta, ha collaborato e collabora con numerose testate.
Prima o poi l’amore arriva (poesie, 1981),
Terra! (romanzo, 1983),
I meravigliosi animali di Stranalandia, con disegni di Pirro Cuniberti (1984),
Comici spaventati guerrieri (romanzo, 1986),
Il bar sotto il mare (racconti, 1987),
Baol (romanzo, 1990),
Ballate (poesie, 1991),
La Compagnia dei Celestini (romanzo, 1992),
L’ultima lacrima (racconti, 1994),
Elianto Elianto (romanzo, 1996),
Bar Sport (racconti, 1997),
Bar Sport Duemila (racconti, 1997),
Blues in sedici (poesie, 1998),
Teatro (copioni, 1999),
Spiriti (romanzo, 2000),
Dottor Niù (corsivi, 2001),
Saltatempo (romanzo, 2001),
Teatro 2 (copioni, 2003),
Achille piè veloce (romanzo, 2003),
Margherita Dolcevita (romanzo, 2005),
Misterioso (reading in DVD, 2005),
La grammatica di Dio (racconti, 2007),
Pane e tempesta (romanzo, 2009),
Le Beatrici (monologhi e poesie, 2011),
Fen il fenomeno, con disegni di Luca Ralli (2011),
Di tutte le ricchezze (romanzo, 2012),
Pantera (racconti, 2014),
Cari mostri (racconti, 2015),
e con Sellerio:
La traccia dell’angelo (romanzo, 2011).