È morto Michel Piccoli, uno dei più importanti interpreti della "Nouvelle vague"

Aveva 94 anni, da Ferreri a Moretti, ha lavorato con tutti i più grandi registi internazionali di Fabrizio Missaglia Michel Pic...

Aveva 94 anni, da Ferreri a Moretti, ha lavorato con tutti i più grandi registi internazionali

di Fabrizio Missaglia




Michel Piccoli, attore francese tra i più grandi di sempre, è morto a 94 per un «incidente cerebrale». Il grande attore francese è scomparso il 12 maggio, ma la notizia è stata data il 18. Con un annuncio all’Agenzia France Press fatto dai suoi familiari, il mondo ha saputo della morte di Michel Piccoli.  In un comunicato trasmesso all’agenzia France Presse da Gilles Jacob, amico dell'attore nonché ex presidente del Festival di Cannes, si precisa che il decesso è avvenuto lo scorso 12 maggio in seguito a un ictus. Si è spento tra le braccia della moglie Ludivine e dei figli Inord e Missia. Nella sua vita ha lavorato con i più grandi registi internazionali, da Luis Bunuel fino a Claude Sautet, una lunghissima lista che comprende anche Marco Ferreri e Nanni Moretti. 

Michel Piccoli, è stato uno degli interpreti più importanti della Nouvelle vague, un movimento cinematografico francese nato sul finire degli anni cinquanta. Con questa espressione si fa riferimento ai nuovi film distribuiti a partire dal 1958 e in particolare a quelli presentati al festival di Cannes l'anno successivo. Il termine Nouvelle vague ("nuova onda") apparve per la prima volta sul settimanale francese L'Express il 3 ottobre 1957, in un'inchiesta sui giovani francesi a firma di Françoise Giroud, e venne ripreso da Pierre Billard nel febbraio 1958 sulla rivista Cinéma 58.


Recitò in 176 lungometraggi, 49 pièce di teatro e 33 cortometraggi. Icona del cinema francese, Michel Piccoli è stato protagonista di film passati alla storia.  

Recitò in 176 lungometraggi, 49 pièce di teatro e 33 cortometraggi. Icona del cinema francese, Michel Piccoli è stato protagonista di film passati alla storia. L’attore, era anche regista, sceneggiatore e produttore, uno dei mostri sacri del cinema francese. La Francia lo amava. La sua prima interpretazione sul grande schermo arriva a vent’anni con il film Sortilèges (Silenziosa minaccia, 1945) di Christian-Jaque, ma ha anche lavorato con i più grandi registi europei:  Jean-Luc Godard (”Il disprezzo”, 1963), ispirato all’omonimo romanzo di Alberto Moravia e ambientato a Capri, nell’incredibile location di Villa Malaparte; Luis Bunuel (”Il diario di una cameriera”, 1964, ”Bella di giorno”, 1967, ”La via lattea”, 1968, ”Il fascino discreto della borghesia”, 1972, ”il fantasma della libertà, 1974), Agnès Varda (”Josephine”, 1967), Marco Ferreri (”Dillinger è morto”, 1969, ”L’udienza” 1971, ”La cagna” 1971, ”La grande abbuffata”, 1973), Alfred Hitchcock ("Topaz", 1969), dove recitò in inglese; Claude Sautet (”L’amante”, 1970), Elio Petri (”Todo modo”, 1976), Louis Malle (”Atlantic City”, 1980), Ettore Scola (”Il mondo nuovo”, 1982), Liliana Cavani (”Oltre la porta”, 1982), Marco Bellocchio (”Gli occhi, la bocca”, 1982), Claude Lelouch (”Tornare per vivere”, 1985), Alain Resnais (”Vous n’avenz encora rien vu”, (2012). Tra i suoi ultimi film ”Libero burro” di Sergio Castellitto (1999), ”Ritorno a casa” di Manoel De Oliveira (2001), ”La polvere del tempo” di Theo Anghelopoulos (2008). 

Ma soprattutto va ricordato uno dei suoi ultimi film, di Nanni Moretti, Habemus papam, del 2011,  in cui Piccoli interpretava un pontefice alle prese con una crisi esistenziale. Un papa immaginario che, due anni prima del vero Benedetto XVI, decide di dimettersi. Proprio con il film diretto da Moretti,  Michel Piccoli vinse il David di Donatello come miglior attore protagonista. Nel giorno in cui si è appresa la notizia della morte di Michel Piccoli, il regista italiano ricordato il grande attore francese rendendo questa dichiarazione: "È stato un grandissimo privilegio lavorare con una persona e un attore come Michel Piccoli. Sono quelle fortune che capitano una volta nella vita. L'avevo incontrato brevemente sul set di un film di Peter Del Monte, Compagna di viaggio". Prosegue il regista: "Molti anni dopo, il 14 agosto del 2009, partii insieme al mio aiuto regista per Parigi con il vestito bianco del Papa dentro una valigia. Gli feci un provino nell'ufficio del mio coproduttore francese. Naturalmente non era un provino per misurare le sue qualità artistiche ma per capire se poteva recitare un intero film in italiano, dato che non prendevo nemmeno in considerazione l'idea di doppiarlo. Durante le riprese è sempre stato disponibile, generoso, mai capriccioso, e ha capito al volo cosa volessi raccontare attraverso la figura di quel Papa così umano e sofferente. Per noi spettatori è un grande dolore, se ne va un gigante del cinema e del teatro."  

"A teatro la seduzione è molto più pericolosa. Se l’attore diventa troppo seduttore può perdere la propria anima”. 

Nato a Parigi il 27 dicembre 1925 da una colta famiglia borghese metà italiana e metà francese. I genitori erano entrambi musicisti: la madre Marcelle Expert-Bezançon (1892-1990), pianista, e Henri Piccoli (1889-1975), violinista. Sposato tre volte, nel 1954 con l’attrice Eléonore Hirt, nel 1966 con la cantante Juliette Gréco e nel 1978 con la sceneggiatrice Ludivine Clerc. Michel Piccoli era ateo e dichiaratamente di sinistra.  Michel Piccoli non appena terminati gli studi liceali decise di intraprendere la carriera di attore, riuscendo poco dopo a entrare nella compagnia teatrale di Jean-Louis Barrault e Madeleine Renaud. Michel Piccoli è stato un artista eclettico, nel senso letterale della parola. Ammirato non solo al cinema ma anche a teatro. Fu anche grande amico di Ugo Tognazzi e Marcello Mastroianni. In un’intervista del 2005 dichiara quanto segue: “il teatro è come una bottega, e noi attori siamo come quei negozianti che cercano, nel migliore dei modi, di vendere la loro merce. C’è un’unica differenza, però: a teatro la seduzione è molto più pericolosa. Se l’attore diventa troppo seduttore può perdere la propria anima”. 

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