Maurizio Cucchi | Concorrenze
1 Certo del fatto suo, io lo seguivo, prudente a debita distanza… L’edificio scolastico, nella campagna (la strada al sole, senza marciapied...
1
Certo del fatto suo, io lo seguivo, prudente
a debita distanza…
L’edificio scolastico, nella campagna (la strada
al sole, senza marciapiede) (all’interno
idea di animali, che so… topi…
farfalle…)
2
Senza il conforto del paesaggio; né, alla rincorsa,
didascalia, commento musicale; scenario, ambito
vuoto, volgare, indifferente… (il prevalere
dell’accidia? Pesce straniero, sbigottito
tra polvere e moschini. Dove la sede,
la fonte all’energia?)
3
(Che passeggiava, detective o ladro gentiluomo,
non era necessariamente personaggio noto,
riconoscibile: io, forse tu, diciamo,
fermato dalla cinepresa.)
4
Corridoio o ambulacro; scarti bruschi, sviluppi
di fuga all’azione, inseguimenti premonitori (sguscia
dall’aula la maestra P. giù per i chiostri verdi
– gironi? strapiombi? In caccia
il traduttore C. del pari trafelato). Osservando, io,
spiando ora dalla finestra, in alto,
in disparte, quasi passivo o forse
seguendo un mio disegno…
5
Bambini c’indicavano il luogo del congresso…
Nella maratona per i campi col collega
camuso, appiccicoso il clima, appesantito
nella digestione, nell’estremo
sforzo podistico.
6
L’edificio scolastico (ma gli animali?)
I volti: l’attore consumato, la virago,
la suffragetta (spregiudicati), Buffalo Bill; seri,
dignitosi, autentici: bidelli,
inservienti, portinai (composti). Il dialettico
dai denti cavallini (contraffatta, residua
o dominante tensione agonistica; alle labbra
come vomito giallo, dalla bocca
sdentata, tale
da insudiciare la traversa, scuotere
l’ago infilzato nella vena…)
7
La mia «mozione»?… Esplicita l’insidia, l’agguato,
l’invito al cimento («misurati, cogli l’applauso»).
«Se non senti… cosa vuoi dire…
È come definire senza capire…»
Secco, provocatorio: «La questione
non verte qui circa il sesso degli angeli».
«Peccato.»
8
Le mani sudate, i polpastrelli
sbocconcellati e neri. «Eccomi, eccomi
di ritorno, io stesso muto spettro,
sia pure, istrione, commediante
discreto, antagonista subdolo, sia pure…
… non so la mia classifica, se il mio prestigio
ne sia diminuito, uscito scosso.» Vincitore o vinto,
pochi di loro (alibi
o giustificazione), infine,
in carne e ossa.
Da: Poesie 1963-2015 (2016)
MAURIZIO CUCCHI è nato a Milano, dove vive, il 20 settembre 1945. È consulente editoriale e pubblicista. In poesia ha pubblicato: Il disperso (Mondadori 1976 e Guanda 1994), Le meraviglie dell’acqua (Mondadori 1980), Glenn (San Marco dei Giustiniani 1982. Premio Viareggio 1983), Donna del gioco (comprendente anche “Glenn”, Mondadori 1987), Poesia della fonte (Mondadori 1993), L'Ultimo viaggio di Glenn (Mondadori 1999), Poesie 1965-2000 (Mondadori, 2001), Per un secondo o un secolo (Mondadori, 2003), Jeanne d’Arc e il suo doppio (Guanda, 2008, Vite pulviscolari (Mondadori, 2009), Malaspina, (Mondadori, 2014), Rebus macabro (Edb Edizioni 2014), Sua Eminenza verbale (Stampa 2009, 2014), Poesie 1963-2015 (Mondadori 2016), Paradossalmente e con affanno 1963-1969 La sciostra (Einaudi 2017). Ha curato un’antologia di Poeti dell’Ottocento (Garzanti 1978), il Dizionario della poesia italiana (Mondadori 1983 e 1990), e, con Stefano Giovanardi, l’antologia Poeti italiani del secondo Novecento (Mondadori 1996). In prosa: Il male è nelle cose (Mondadori, 2005), La traversata di Milano (Mondadori, 2007), La maschera ritratto (Mondadori, 2011), L’indifferenza dell’assassino (Guanda, 2012), Il ritmo della città (Meravigli, 2015). Ha tradotto dal francese opere di vari autori tra i quali Stendhal, Flaubert, Lamartine, Villiers-de-I’Isle Adam e Valéry.