Antonio Colinas | Dieci poesie

Scelta dei testi, versioni e profili  biobliografici a cura di Marcela Filippi Plaza 1.- SUITE CASTIGLIANA In Castiglia, l'albore si lev...

Scelta dei testi, versioni e profili  biobliografici a cura di Marcela Filippi Plaza



1.- SUITE CASTIGLIANA



In Castiglia, l'albore
si leva dalle fredde pinete e chi passa
cade in ginocchio nella gleba e bacia
l'ultima luce nera nella rugiada.
A mezzogiorno,
sotto un violento coro di pugnali,
ballate, ridete.
Sfere luminose esorbitano il giorno,
feste ci sono nell'aria,
vino, cavalli (rose
solo nei chiostri), un mandorlo secco
e cipressi spelacchiati
come le ali dei vecchi avvoltoi
che portano solo disgrazie.

C'è un giovane ferito che non dimentica
e nozze che conducono l'amore alla morte.
La sera è una lacrima
che non cade mai,
un tempo di greggi, di forni profumati,
una preghiera su labbra in lutto.
Pioppi santi, pioppi
degli addii,
in alto muovete sogni sovrumani.

Di notte, cerchiamo l'umidità
di orti poveri,
spegniamo le candele e piangiamo
perché gli astri hanno lassù 
fuochi più belli.



SUITE CASTELLANA


En Castilla, la madrugada
se alza de pinares fríos y el que pasa
cae de rodillas en la gleba y besa
la última luz negra en el rocío.
Al mediodía, 
bajo un violento coro de puñales,
danzáis, reís.
Esferas luminosa desorbitan el día,
fiestas hay en aire,
vino, caballos (rosas
sólo en los claustros), un almendro seco
y cipreses pelados
como las alas de los buitres viejos
que sólo traen desgracias.

Hay un joven herido que no olvida
y bodas que se llevan el amor a la muerte.
La tarde es una lágrima 
que nunca cae,
un tiempo de rebaños, de hornos olorosos,
una oración en labios enlutados.
Álamos santos, álamos 
de los adioses,
movéis en lo alto sueños sobrehumanos.

De noche, buscamos la humedad 
de huertos pobres, 
apagamos las velas y lloramos
porque tienen los astros allá arriba
fuegos más hermosos.


2.- DUE RITRATTI DI DONNA


VIII


Erano quasi quarant'anni che non sapevo
dove iniziava e dove finiva
il sogno di fumo blu dei fuochi
di questa valle
di Atzarò,
quello che mi turbò per sempre una sera
ramata di inverno.

Dovevi arrivare tu, Mary Wu,
una notte d'agosto
con il tuo pianoforte, con le tue mani, con
quella melodia,
("La canzone della luce cristallina" di Joyce Tang),
affinché svelassi il segreto
che era molto occulto
nel verde più verde
degli alberi opulenti,
nell'abisso delle due sorgenti,
nella calma dello stagno straripante
di luna gialla,
nel silenzio delle greggi come morte,
nel segreto nero del pozzo bianco,
nel segreto bianco dell'anima verde
dell'isola.


(Clara negli Uffizi)


Stavi camminando spensierata
lungo le sale del museo degli Uffizi,
senza sapere dove dirigere i tuoi due occhi;
forse avanzavi con la fatica
di chi ha percorso Firenze tutto il giorno.
Non sapevi che, improvvisamente, lì
ti avrebbe assalito un poderoso simbolo:
quello della bellezza inaspettata,
il sublime ideale di Bellezza e di Verità,
quello che (ancora) rende noi umani
più umani.

Botticelli fu il nome dell'artista.
La Primavera il dipinto.
Non sapesti cosa fare
e rimanesti muta
Lasciasti semplicemente parlare il tuo cuore.
E cominciasti a piangere.
E piangevi
e piangevi.


Alla verità e alla bellezza solo
mancava la gioia delle tue lacrime.


DOS RETRATOS DE MUJER


VIII


Casi cuarenta años llevaba sin saber
dónde empezaba y dónde terminaba
el sueño de humo azul de las hogueras
de este valle 
de Atzaró, 
 el que me perturbó para siempre una tarde 
cobriza de invierno.

Tuviste que llegar tú, Mary Wu,
una noche de agosto
con tu piano, con tus manos, con
aquella melodía,
(“La canción de la luz cristalina”, de Joyce Tang),
para que desvelases el secreto
que estaba muy oculto
en el verde más verde
de los árboles opulentos,
en el abismo de las dos fuentes, 
en la calma del estanque rebosante
de luna amarilla,
en el silencio de los rebaños como muertos,
en el secreto negro del pozo blanco,
en el secreto blanco del alma verde
de la isla.


(Clara en los Uffizi)


Ibas despreocupada paseando
por las salas del museo de los Uffizi,
sin saber hacia dónde dirigir tus dos ojos;
avanzabas quizá con el cansancio
del que ha recorrido Florencia todo el día.
No sabías que, de repente, allí
te iba a asaltar un poderoso símbolo:
el de la inesperada Belleza,
el ideal sublime de Belleza y Verdad,
ese que (todavía) nos hace a los humanos
más humanos.

Botticelli fue el nombre del artista.
La Primavera el cuadro.
No supiste qué hacer
y te quedaste muda.
Simplemente dejaste que hablase el corazón.
Y te pusiste a llorar.
Y llorabas,
y llorabas.

A la Verdad y a la Belleza sólo
le faltaban el gozo tus lágrimas.


3.- ZAMIRA AMA I LUPI



Zamira ama i lupi.
Io vorrei andare con lei a cercarli
nelle terre più alte,
dove i querceti rossi di Sotillo
hanno perso le loro foglie nelle sorgenti,
là dove i cavalli
bevono l'acqua gelida delle cascate
e la neve  è attesa
come una benedizione.

Tu ed io siamo in questo ospedale
aspettando la morte.
Non la tua morte né la mia morte,
ma quella di coloro che ci hanno dato la vita.
E questi, a chi passeranno,
quando moriranno le loro morti?
Tu ed io aspettando la fine,
il vuoto del limite,
mentre la vita brilla e trema in mezzo a noi
come un coltello innocente.
E così, aspettando la morte degli altri,
aspettiamo un poco la nostra morte.

Forse, per questo, Zamira ama i lupi.
Forse, per questo, anche io desidero
uscire a cercarli con lei in questo mese di dicembre,
nelle alte brughiere,
nei prati remoti.
E potremmo vedere i biancospini,
e le braci di sangue del sole
nei saliceti viola.
Messa ora sui nostri occhi 
la benda della neve,
smettiamo di pensare, che non ci accechi più 
il bagliore acre delle sale operatorie.

Zamira ama i lupi,
vuole scappare dal labirinto di pietra e cristallo
del dolore.
Zamira: partiamo e non torniamo.


ZAMIRA AMA LOS LOBOS


Zamira ama los lobos.
Yo quisiera ir con ella a buscarlos
 a las tierras más altas,
donde los robledales rojos de Sotillo
han perdido sus hojas en las fuentes,
allá donde los caballos
beben el agua helada de las cascadas
y se espera la nieve 
como una bendición.

Tú y yo estamos en este hospital
esperando a la muerte.
No la muerte tuya ni la muerte mía,
sino la de aquellos que nos dieron la vida.
Y éstos ¿a quiénes pasarán
cuando mueran sus muertes?
Tú y yo esperando el final,
el vacío del límite,
mientras la vida brilla y tiembla entre nosotros
 como un cuchillo inocente.
Y es que, esperando la muerte de los otros,
 esperamos, un poco, la muerte nuestra.

Quizá, por ello, Zamira ama los lobos.
Quizá, por ello, yo deseo también
salir a buscarlos con ella este mes de diciembre,
a los páramos altos,
 a los prados remotos.
Y podríamos ver los espinos,
y las brasas de sangre del sol
en mimbrales morados.
Puesta ya en nuestros ojos
la venda de la nieve,
que no pensemos más, que ya no nos deslumbre
el acre resplandor de los quirófanos.

Zamira ama los lobos,
quiere   escapar   del   laberinto   de   piedra   y cristal
del dolor.
Zamira: partamos y no regresemos.


4.- LA PATRIA DEI SUONATORI DI SIRINGA


Primavera


Salute, salute al vento che accende la pupilla
e allarga il nobile petto di chi suona il flauto.   
Non perdete la bellezza cantandola, voi
che di essa vi circondate nei prati dell'Arcadia.
Che sia il profumato vento a portare il rancido
aroma della terra lacerata da aratri,
che dalla roccia scabrosa scuota
i fiori e illumini le spalle delle fanciulle.


Estate


Brutale, violenta estiva: mi tieni sbracato
sulla pietraia dell'alveo, che altre sere
porterebbe freschezza; sopraffatto mi ritrovo
con tanta luna rossa e bruciate sono
dalla tua luce le mie ciglia e i miei nervi arsi.
Ansia meridiana e forse meritata
di chi è vittima di una passione immensa
e arde, e nell'ardere si dispera e patisce
senza il fragore del bosco, e senza amici, oh,
senza amici né amori, sotto questo cielo splendido
su cui stanno girando la mia solitudine, le aquile.


Autunno


Vedi il fieno riarso imputridisce nei fienili
e tra le assi esce il suo aroma penetrante;
vedi già la quercia con tutte le sue foglie ossidate
e il sentiero che attraversa il frutteto di meli
con i frutti caduti e la prima umidità.
Sono i prati fondati dalla Divininità,
dove le greggi pascolano l'erba nera
sotto cieli di bronzo disseminati di fulmini.

Oh buon autunno infiammato, coronato di vite,
corrotto da mosti e da rose notturne,
placa la violenza, la sete del cuore
che va per le colline; dài sollievo alle gambe
del pastore che ha sbattuto il suo bastone contro l'atrio
e corre, corre sempre, tra il ruvido timo,
in salita, deturpato da lacrime e sporco
di fiori calpestati, di sterco tenebroso.

(Esploderanno le vene che non hanno voluto vedersi 
dall'amor negate.)


Inverno


Ebbene, se arriva la musica con le nevi, si levino
dal fuoco  i tuoi due occhi e lo sguardo voli
oltre la finestra, al di là dei vimini
e del gelido fiume su cui passano  uccelli
verso sud, con brina sui becchi rosa.
Nessuno dovrebbe negare questo coro che vibra
sotto la terra e cresce con mille labbra che soffiano
su altrettanti flauti. Nega tutto alla tua vita
tranne l'ultimo sguardo sul campo colmo
di silenziosa luna  e fuochi bluastri.

È così lungo e così dolce il tempo che ti spetta,

il dono del novilunio sul dorso del puledro!
Vai e togli le spine dal tuo manto, festeggia
che neanche quest'inverno c'è guerra in Arcadia,
sii compassionevole, è il tempo in cui viene fecondato
un altro anno, più vita là sul vasto Olimpo.


LA PATRIA DE LOS TOCADORES DE SIRINGA


Primavera


Salud, salud al viento que enciende la pupila
y ensancha el noble pecho de quien suena la flauta.
No perdáis la belleza cantándola, vosotros
que de ella os rodeáis en los prados de Arcadia.
Que sea el oloroso viento el que traiga el rancio
aroma de la tierra desgarrada de arados,
quien desde el peñascal escabroso sacuda
las flores e ilumine los hombros de las jóvenes.


Verano


Brutal, violento estío, arrojado me tienes
sobre los pedregales del cauce, que otras tardes
llevara la frescura; abrumado me encuentro
con tanta luna roja y quemadas están
por tu luz mis pestañas, y mis nervios  quemados.
Ansiedad meridiana y acaso merecida
de quien es propia víctima de una pasión inmensa
y arde, y al arder se desespera, y pena
sin el fragor del bosque, y sin amigos, oh, 
sin amigos ni amores, bajo este cielo espléndido
sobre el que están girando mi soledad, las águilas.


Otoño


Ves que el heno reseco se pudre en los graneros
y entre las tablas sale su aroma penetrante;
ves ya el roble con todas sus hojas oxidadas
y el sendero que cruza el huerto de manzanos
con los frutos caídos y la humedad primera.
Son los prados fundados por la Divinidad,
en donde los rebaños pastan la negra yerba
bajo cielos de bronce sembrados de relámpagos.

Oh buen otoño ardido, coronado de vid,
corrompido de mostos y de rosas nocturnas,
aplaca la violencia, la sed del corazón
que va por las colinas; sosiégale los muslos
al pastor que ha estrellado su bastón contra el atrio
y corre, corre siempre, entre el bronco tomillo,
monte arriba, arrasado de lágrimas y sucio
de flores machacadas, de estiércol tenebroso.

(Estallarán las venas que no han querido verse 
por el amor negadas.)


Invierno


Pues si viene la música con las nieves se alcen 
del fuego tus dos ojos y la mirada vuele
a través del ventano, más allá de las mimbres
y del helado río sobre el que pasan aves
hacia el sur, con escarcha en los picos rosados.
Nadie debe negar este coro que vibra
bajo la tierra y crece con mil labios que soplan
sobre otras tantas flautas. Niega todo a tu vida
menos la postrimera mirada al campo lleno
de silenciosa luna y hogueras azuladas.

¡Es tan largo y tan dulce el tiempo que te toca,

el don del novilunio en el lomo del potro…!
Ve y quita los espinos a tu manto, celebra
que este invierno tampoco hay en Arcadia guerra,
sé piadoso, es el tiempo en el que se fecunda
otro año, más vida, allá en el vasto Olimpo.


5.- OMAGGIO A TIZIANO

(1576-1976)


Ho visto ardere i tuoi ori negli autunni di Murano,
nella cera aromatizzata dei lumi d'inverno;
il tuo verde in albe adriatiche
e nei prugni dei giardini di Navagero;
il tuo blu in certe tonache e vetri
e nei cieli innamorati
della nostra adolescenza
che non vedremo mai più;
gli ocra sui muri cancerosi
morsicati dal sale, sulle facciate
delle tenute e delle fucine;
il tuo rosso in ogni tegola di Venezia, nei chiodi
delle Crocifissioni
o sulle labbra con vino dei musicisti;
un po' di violetta
negli occhi maturi delle fanciulle;
i tuoi neri
nelle rampicanti funeste 
sovraccariche di morte.


HOMENAJE A TIZIANO

(1576-1976)


He visto arder tus oros en los otoños de Murano,
en la cera aromada de los cirios de invierno;
tu verde en madrugadas adriáticas
y en los ciruelos de los jardines de Navagero;
tu azul en ciertas túnicas y vidrios
y en los cielos enamorados
de nuestra adolescencia
que nunca más veremos;
los ocres en los muros cancerosos
mordidos por la sal, en las fachadas
de granjas y herrerías;
tu rojo en cada teja de Venecia, en los clavos
de las Crucifixiones
o en los labios con vino de los músicos;
un poco de violeta
en los ojos maduros de las jóvenes;
tus negros
en las enredaderas funestas
sobrecargadas de Muerte.


6.- POST-SCRIPTUM


…e quindi uscimmo a riveder le stelle     
(Dante, Inferno, XXXIV)
         
Scuro oboe di bruma: come seppellisce il mare
il tuo solenne suono che risveglia i morti!
Suona, oboe profondo, e sciogli quel nodo
del tragico esistere, la tua musica suoni intensa.
Qui, su questo declivio che copre l'oliveto,
sangue e labbro trattengono l'ora fuggitiva. 
Scuro oboe di bruma: come seppellisce il mare
il tuo solenne suono che risveglia i morti!
Niente deve turbare il tuo pensiero, niente
turbare il tuo cuore. Respirare ed esistere.
Il mondo e gli umani son fatti di roccia e di luce,
si formano e si disfano bruciati dal tempo.
Così è sempre stato nei secoli passati
e così sarà nei futuri secoli.
Scuro oboe di bruma: come seppellisce il mare
 il tuo solenne suono che risveglia i morti!
Suona, oboe profondo e sciogli ormai il nodo
del tragico esistere, la tua musica suoni intensa,
poiché, la vita continua ancora e io alla sua luce mi abbandono.
Addio alla parola, scoria della luce.


POST-SCRIPTUM


…e quindi uscimmo a riveder le stelle     
(Dante, Inferno, XXXIV)


Oscuro oboe de bruma: cómo sepulta el mar
tu solemne sonido que despierta a los muertos.
Suena, oboe profundo, y deshaz ya el nudo
del trágico existir, suene intensa tu música.
Aquí, en esta ladera que cubre el olivar,
sangre y labio retienen la hora fugitiva. 
Oscuro oboe de bruma: cómo sepulta el mar
tu solemne sonido que despierta a los muertos.
Nada debe turbar tu pensamiento, nada
turbar tu corazón. Respirar y existir.
El mundo y los humanos son de roca y de luz,
se hacen y deshacen quemados por el tiempo.
Así ha sido siempre en los siglos pasados.
Así será a lo largo de los futuros siglos.
Oscuro oboe de bruma: cómo sepulta el mar
tu solemne sonido que despierta a los muertos.
Suena, oboe profundo, y deshaz ya el nudo
del trágico existir, suene intensa tu música,
pues la vida aún sigue y yo a su luz me entrego.
Adiós a la palabra, escoria de la luz.


7.- INVERNO TARDIVO



Non è incredibile quanto i miei occhi vedono:
nevica sul mandorlo in fiore,
nevica sulla neve.
Quest'inverno il mio spirito
è come principio di primavera,
È come il mandorlo in fiore
sotto la neve.

Fa troppo freddo
stasera nel mondo.
Ma apro la porta al mio cane
e con esso entra in casa calore,
entra l'umanità. 


INVIERNO TARDÍO


No es increíble cuanto ven mis ojos:
nieva sobre el almendro florido,
nieva sobre la nieve.
Este invierno mi ánimo
es como primavera temprana,
es como almendro florido
bajo la nieve.

¡Hay tanto frío
esta noche en el mundo!
Pero abro la puerta a mi perro
y con él entra en casa calor,
entra la humanidad.


8.- FIESOLE 

La Limonaia


Sai bene che la sera è giunta a termine.
La vedi come alza le ultime colombe
dal cipresseto, come in uno stertore interminabile 
tuttora vibra su ogni pino.

Il suo ardore va lungo le colline e laggiù
lascia il suo oro migliore tra le cupole dell'Arno.
Che solenne tensione sotto i tuoi occhi
quando giunge l'ombra con flussi di profumi
e apri appena le tue due labbra, soltanto
per non dire nulla, per mortificare la Parola.

Stavi per un momento sul punto di chiederti 
se la notte abbia età su queste colline.
Poi, non te ne curi, tu che hai
per volatile una lumaca tra le mani
che, con soavità, fai suonare su Firenze.


FIÉSOLE  


La Limonaia


Bien sabes que la tarde está vencida.
La ves cómo levanta las últimas palomas
del cipresal, cómo en un estertor interminable
aún vibra en cada pino.

Su ardor va por las lomas y allá abajo
deja su oro mejor entre las cúpulas del Arno.
Qué solemne tensión bajo tus ojos
cuando llega la sombra en oleadas de perfumes
y entreabres tus dos labios, solamente
para no decir nada,  para mortificar a la Palabra.

Ibas por un momento a preguntarte
si tiene edad la noche en estas lomas.
Luego, te despreocupas, tú que tienes
como ave un caracol entre las manos
que, manso, haces sonar sobre Florencia.


9.- CANTO X


Mentre Virgilio muore a Brindisi non sa
che nel nord dell’Hispania qualcuno fa incidere
sulla pietra un suo verso mentre aspetta la morte.
Costui è un legionario che, in un’alba innevata,
vede levarsi un sole di ferro tra le querce.
Soffia una tramontana impestata di carne corrotta,
di corno bruciato, di scorie fumanti
d'oro dove scavano con le loro lance i barbari.
Un silenzio più bianco della neve, l’alito
gelido delle bocche dei cavalli morti,
cadono sul suo scheletro come pietrificato.
«Oh dei, quale follia mi ha portato su questi monti
a morire e quanto inutili il mio scudo e questa spada
contro un albeggiare di roghi e di lupi?
Nella mia città di Cuma un aroma di zagare
maturerà nella bocca di una notte azzurra
e i miei esseri cari staranno già calpestando l'erba
tagliata o nuoteranno in spiagge con stelle».
Sogna il sud il soldato e, nel sud, il poeta
sogna un sud più lontano; ma entrambi solo sognano,
tra le braccia della morte, la vita che sognarono.
«Non voglio essere sepolto sotto un cielo di fango,
che queste alture così tetre brucino la mia memoria.
Miei dei, come odio la guerra mentre sento
lacrimare sulla neve il mio sangue innamorato».
Alla fine, la testa cade da un lato, e i suoi occhi
s’inchiodano negli occhi di un altro ferito che ascolta:
«Incidete sulla mia tomba un verso di Virgilio».


CANTO X

        
Mientras Virgilio muere en Bríndisi no sabe
que en el norte de Hispania alguien manda grabar
en piedra un verso suyo esperando la muerte.
Este es un legionario que, en un alba nevada,
ve alzarse un sol de hierro entre los encinares.
Sopla un cierzo que apesta a carne corrompida,
a cuerno requemado, a humeantes escorias
de oro en las que escarban con sus lanzas los bárbaros,
Un silencio más blanco que la nieve, el aliento
helado de las bocas de los caballos muertos,
caen sobre su esqueleto como petrificado.
«Oh dioses, qué locura me trajo hasta estos montes
a morir y qué inútil mi escudo y mi espada
contra este amanecer de hogueras y de lobos.
En la villa de Cumas un aroma de azahar
madurará en la boca de una noche azulada
y mis seres queridos pisarán ya la yerba
segada o nadarán en playas con estrellas».
Sueña el sur el soldado y, en el sur, el poeta
sueña un sur más lejano; mas ambos sólo sueñan
en brazos de la muerte la vida que soñaron.
«No quiero que me entierren bajo un cielo de lodo,
que estas sierras tan hoscas calcinen mi memoria.
Oh dioses, cómo odio la guerra mientras siento
gotear en la nieve mi sangre enamorada».
Al fin cae la cabeza hacia un lado y sus ojos
se clavan en los ojos de otro herido que escucha:
«Grabad sobre mi tumba un verso de Virgilio».


10.- INCONTRO CON EZRA POUND


Devi andare una sera di domenica 
quando Venezia muore un po 'meno.
Nonostante i bambini solitari,
il rosa malaticcio dei muri,
i giardini acidi di ombre,
devi andare a cercarlo, benché non ti parli.
(Dimenticherai che il mare affonda alle tue spalle
le isole, le chiese, i palazzi,
le cupole più belle della terra.
Che non ti incanti il mare né le sue sirene.)
Ricorda: Fondamenta Cabalà.
Lì c'è un vetraio di Murano
e un bar con una musica molto dolce.
Chiedi nella pensione chiamata Cici
dove abiti quell'uomo che è arrivato
soltanto per vedere gente a Venezia,
quell'americano un po' matto,
eretto e con la barba molto innevata.
Oltrepassa il ponte di pietra: vedrai delle pozzanghere
piene di gatti neri e gabbiani.
Là, accanto al canale di acque molto verdi,
pieno di zagare e frutti corrotti,
sentirai i violini di Vivaldi.
Fermati e taci a lungo mentre guardi:
Ramo Corte Querini, quello è il nome.
In quel vicolo con dei vasi ,
senza altra uscita che quella della morte,
vive Ezra Pound.


Alcuni dettagli importanti:
* Fondamenta Cabalà, una strada, che si trova di solito accanto a un canale.
* Ramo Corte Querini, è un indirizzo di Pound a Venezia.


ENCUENTRO CON EZRA POUND


Debes ir una tarde de domingo
cuando Venecia muere un poco menos.
A pesar de los niños solitarios,
del rosado enfermizo de los muros,
de los jardines ácidos de sombras,
debes ir a buscarle, aunque no te hable.
(Olvidarás que el mar hunde a tu espalda
las islas, las iglesias, los palacios,
las cúpulas más bellas de la tierra.
Que no te encante el mar ni sus sirenas.)
Recuerda: Fondamenta Cabalá.*
Hay por allí un vidriero de Murano
y un bar con una música muy dulce.
Pregunta en la pensión llamada Cici
dónde habita aquel hombre que ha llegado
sólo para ver gentes a Venecia,
aquel americano un poco loco,
erguido y con la barba muy nevada.
Pasa el puente de piedra: verás charcos
llenos de gatos negros y gaviotas.
Allí, junto al canal de aguas muy verdes,
lleno de azahar y frutos corrompidos,
oirás los violines de Vivaldi.
Detente y calla mucho mientras miras:
Ramo Corte Querina, ese es el nombre.
En esa callejuela con macetas, 
sin más salida que la de la muerte,
vive Ezra Pound. 


Algunos detalles importantes:
* Fondamenta Cabalà, es una acera, una calle, que está usualmente al lado de un canal.
* Ramo Corte Querina, es una dirección de Pound en Venecia.


ANTONIO COLINAS  (La Bañeza, 30 gennaio 1946) è un poeta, romanziere e traduttore spagnolo. Ha studiato storia presso l'Università di Madrid. Tra il 1970 e il 1974 ha servito come lettore spagnolo presso le Università di Milano e di Bergamo. Due decenni più tardi ha vissuto a Ibiza e nel 1998 si trasferisce a Salamanca. Le sue prime pubblicazioni sono dal 1969 e appartengono al genere lirico: Poemas de la tierra y de la sangre y Preludios a una noche total e Junto al lago, scritto nel 1967. Nel 1985 ha pubblicato il suo primo romanzo, Un año en el sur: Para una educación estética. Tra le sue traduzioni dall'italiano troviamo il poeta italiano Giacomo Leopardi e le poesie del poeta italiano Salvatore Quasimodo, vincitore del Premio Nobel per la letteratura. 

Related

Poesia Spagnola Contemporanea 439405625504341047

SEGUICI SU FACEBOOK

SEGUICI SU TWITTER

Post Più Recenti

In Evidenza

Doris Bellomusto | Quindici Poesie Inedite

Da: Vuoti a rendere L’amore, il tempo e le mancanze (Raccolta Inedita) 1.- ORO E PETROLIO L’amore è un pugno nel ventre, oro e petrolio. L’a...

Novità Editoriali

Letteratura Straniera

Intervista

I Piu' Letti

Musica

Letteratura Italiana

Visualizzazioni totali

item