Costanza Lindi | Poesie varie

Confonde il rumore della parola. Nel cellophane le parole giuste di una volta un attimo fa,        là fuori. Tutto fila lisci...






Confonde
il rumore della parola.
Nel cellophane le
parole giuste di una volta
un attimo fa,
       là fuori.

Tutto fila liscio là fuori,
come la pellicola.

Qui
una casa immobile
e muta.



*

Condizioni mutate
nell’incondizionato affetto,
     come lo chiami.

Paura di amare
il caso che mi ignora.

Sorridi nella paura
non farlo per me.


*

Mastico
echi di voci
rumino carte.

Il silenzio non asseconda.
Ingoio
inquieta, un riposo
difficile

desidero abbondanza.



*

Dal balcone il vociare arde
in piccoli falò tra i palazzi.
Un gelo dentro che fa eco
al tonfo troppo vivace.

Se solo riuscissi a bruciare lentamente
come una sigaretta
per diventare leggera    ondeggiando.
Ma loro sì, io no.

Non cose qualsiasi   da fare
per attraversare il centro
fessura strettissima, breve.

Ma nel gelo dell’eco  fare cose
vivaci più del tonfo.

Fino ad ingoiare il dunque
sorvolando il falò che brucia
la paura che mi servirà
per il fondo.



*

Ottuso l’angolo che è punta
tagliente la freccia pulsa
ferma verso la direzione.
Nel moto del paradosso
freme
si contrae nella moltitudine
delle sue molecole.

Unioni di moti attrattivi.
La mia anima.

Riflessi incondizionati
tendenti all’infinito, durante
il sonno pulsante
del singolo.

Involucro
per una moltitudine.



*

Intingo la punta del nero
nel vuoto del taglio.
La madre sorride.
Sa di sapere
quel che è e non sono
fuori dal taglio.

Sorride anche lui, padre
nella carne viva
di un coagulo lento.
Vede ciò che non è
e non sono.

Dal taglio osservo
cicatrizzarsi il tutto.



*

Cosa fai? Scrivo. Perché? Perché non so disegnare
né suonare né cantare.
Né ballare.
Calmati.
Le parole brutte mi piacciono.
Mi piacciono quelle che non scrivo. A volte non scrivo nulla.
Assecondo frenesie che partono da dietro agli occhi
con il tratto.
Scrivo su muri, finestre, in aria e in cielo.
Scrivo con la lingua. Sul fuoco.
Una danza? Non so danzare.
Né cantare disegnare suonare.
Non scrivo nulla.
Ma come?
Assecondo moti con il moto immobile
a labbra strette leggo
ciò che non scriverò mai.
Chiudo gli occhi e sorrido.
Tu però ti prego, non andartene.



*

Parlami ma aspetta.
Aspetta
che le soste avvengano
e la pausa fiorisca.

L’andatura può farsi
meno ritmica.

Disturbo la genesi del regno
nudo.
Fraseggio la base
per partiture noiose
non a sufficienza.

Non resto mai nello stesso
qui, che non è lo stesso.
Comunque.

Potrei morire in un’anticamera
concentrata
chiedendo scusa.


Da: Accordatura della stasi (2017) 






Una notizia avevo
rinchiusa sotto le unghie.
Mi abbottonavo il colletto senza smania
aggrappando le dita all’ultima asola
che lasciavo aperta.

Dalla punta dei capelli
parole e nient’altro
cadevano sulle spalle
e le spazzavo via.

La notizia chiedeva una me elegante
annunciatrice confusa
degna solo del segreto
di custodirla.

Sotto le unghie faville di intuizioni:
crescono insieme ai capelli
che sulle spalle
piantano parole.



*



Osservo obliqua il versamento
lucido del fare ognuno
il suo essere.
Sono obliqua
nel sanguinare storta
nella cornice che argina

gesti di lettura orizzontale
dalla tua prospettiva.

Non posso muovermi
nel rettangolo che fa
che io piova su me stessa
direzionata verso il contrario.
Verticale sarà il versamento
per gravità fino alla base.

Leggerò dal basso
gesti perpendicolari.



*



Se esiste un profilo del silenzio
dalla fronte al mento
mi limitavo a tracciarlo con le dita,
annodarlo come elastico.

Nella penuria di consistenze
in apnea masticavo caramelle dure.

Attendo di essere annodata
dalla fronte al mento
proprio mentre attendo.


Da: Cerchi e polsi (2019) 




COSTANZA LINDI, laureata in Lettere Moderne con una tesi in Critica Letteraria, lavora per lo studio editoriale settepiani di cui è cofondatrice. Pubblica la sua ultima raccolta di poesie nel 2017, dal titolo accordatura della stasi per Kammer edizioni. Nel 2016 mette in piedi e collabora alla crescita del progetto “Umbria Poesia” e dal 2018 fa parte della redazione di “Umbrò Cultura”. Dal 2018 si avvicina all’arte del collage e realizza due plaquette illustrate contenenti quattro testi in prosa. Contenitore dei suoi lavori il suo blog “fare cose”. Nel 2019 pubblica per Ladolfi la raccolta di poesia Cerchi e polsi.

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