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08 dicembre 2021

Giorgio Agamben | Due testi sulla «Tessera Verde»



Cittadini di seconda classe


Come avviene ogni volta che si istaura un regime dispotico di emergenza e le garanzie costituzionali vengono sospese, il risultato è, come è avvenuto per gli ebrei sotto il fascismo, la discriminazione di una categoria di uomini, che diventano automaticamente cittadini di seconda classe. A questo mira la creazione del cosiddetto green pass. Che si tratti di una discriminazione secondo le convinzioni personali e non di una certezza scientifica oggettiva è provato dal fatto che in ambito scientifico il dibattito è tuttora in corso sulla sicurezza e sull’efficacia dei vaccini, che, secondo il parere di medici e scienziati che non c’è ragione di ignorare, sono stati prodotti in fretta e senza un’adeguata sperimentazione.

Malgrado questo, coloro che si attengono alla propria libera e fondata convinzione e rifiutano di vaccinarsi verranno esclusi dalla vita sociale. Che il vaccino si trasformi così in una sorta di simbolo politico-religioso volto a creare una discriminazione fra i cittadini è evidente nella dichiarazione irresponsabile di un uomo politico, che, riferendosi a coloro che non si vaccinano, ha detto, senza accorgersi di usare un gergo fascista: “li purgheremo con il green pass”. La “tessera verde” costituisce coloro che ne sono privi in portatori di una stella gialla virtuale.

Si tratta di un fatto la cui gravità politica non potrebbe essere sopravvalutata. Che cosa diventa un paese al cui interno viene creata una classe discriminata? Come si può accettare di convivere con dei cittadini di seconda classe? Il bisogno di discriminare è antico quanto la società e certamente forme di discriminazione erano presenti anche nelle nostre società cosiddette democratiche; ma che queste discriminazione fattuali siano sanzionate dalla legge è una barbarie che non possiamo accettare.


16 luglio 2021




Tessera verde


In un testo precedente abbiamo mostrato l’ingiusta discriminazione di una classe di cittadini esclusi dalla normale vita sociale che consegue all’introduzione del cosiddetto green pass. Questa discriminazione è una conseguenza necessaria e calcolata, ma non lo scopo principale dell’introduzione della tessera verde, che ha di mira non i cittadini esclusi, ma l’insieme della popolazione che ne è munita. La finalità che i governi perseguono attraverso di essa è, infatti, un controllo minuzioso e incondizionato su qualsiasi movimento dei cittadini, del tutto analogo al passaporto interno che nel regime sovietico ognuno doveva avere per potersi spostare da una città all’altra. Il controllo è però in questo caso ancora più assoluto, perché riguarda qualsiasi movimento del cittadino, che dovrà esibire il green pass a ogni suo movimento, anche per andare al cinema, assistere a un concerto o sedersi a un ristorante. Il cittadino non tesserato sarà, paradossalmente, più libero di colui che ne è munito e a protestare e a ribellarsi dovrebbe essere proprio la massa dei tesserati, che d’ora in poi saranno censiti, sorvegliati e controllati in una misura che non ha precedenti anche nei regimi più totalitari. È significativo che la Cina abbia annunciato che manterrà i suoi sistemi di tracciamento e di controllo anche dopo la fine della pandemia. Come dovrebbe essere evidente, nel green pass non è in questione la salute, ma il controllo della popolazione e prima o poi anche i tesserati avranno occasione di comprenderlo a loro spese.


19 luglio 2021



Da: Quodlibet


GIORGIO AGAMBEN è un filosofo italiano, tra le figure di maggior spicco del panorama intellettuale contemporaneo.  Nasce a Roma il 22 aprile del 1942 e si laurea in giurisprudenza nel 1965. La sua tesi, rimasta inedita, riguarda un tema molto particolare per una laurea in giurisprudenza: il pensiero politico di Simone Weil. Tra il 1966 e il 1968 ha l'occasione di approfondire il suo confronto con l'opera di Martin Heidegger partecipando a un ciclo di seminari su Eraclito e Hegel promossi proprio dal filosofo tedesco, a Le Thor. Nel 1974 si trasferisce a Pargi, insegnando alla Université Haute-Bretagne. Nel 1978 torna in Italia. Dirige per Einaudi l'edizione italiana delle opere complete di Walter Benjamin. Tra il 1986 e il 1993 è Directeur de Programme presso il Collège International de Philosophie di Parigi, e quasi nello stesso periodo, tra il 1988 e il 1992, è professore associato di estetica presso l'Università di Macerata. Dal 1993 al 2003 insegna estetica all'Università di Verona, mentre dal 2003, e fino al pensionamento, insegna presso la Facoltà di Design e Arti (IUAV) di Venezia. Gli anni Novanta rappresentano un momento particolare all'interno della biografia intellettuale di Agamben, momento in cui inizia il suo serrato confronto con Michel Foucault e il concetto di biopolitica. Inizia a lavorare al ciclo Homo sacer. Dal 1994 è regolarmente Visiting Professor presso alcune università americane, e nel 2003 viene nominato Distinguished Professor presso la New York University. Recentemente hanno attirato molta attenzione le sue posizioni sulla gestione della pandemia mondiale di Covid-19. Attraverso una varietà di brevi scritti, per lo più contenuti nella rubrica che tiene per la casa editrice Quodlibet (Una voce), Agamben ha sostenuto che le politiche di controllo e di distanziamento sociale messe in campo dai più vari paesi sono sintomo eclatante di quel che egli ha cercato di chiarire con le sue ricerche sulla sacertà e lo stato di eccezione, e che si tratta di misure del tutto sproporzionate alla gravità della situazione. Inoltre, Agamben cerca di mettere a fuoco le conseguenze sociali della ricerca della mera sopravvivenza, della nuda vita.  Opere e scritti principali: L'uomo senza contenuto (1970); Stanze. La parola e il fantasma nella cultura occidentale (1977); Infanzia e storia. Distruzione dell'esperienza e origine della storia (1978); Il linguaggio e la morte; Idea della prosa (1985); La comunità che viene (1990); Bartleby, la formula della creazione (1993); Mezzi senza fine. Note sulla politica (1996); Studi di poetica (1996); Quel che resta di Auschwitz. L'archivio e il testimone. Homo sacer III (1998); Il tempo che resta. Un commento alla lettera ai romani (2000); L'aperto. L'uomo e l'animale (2002); Stato di Eccezione. Homo sacer, 2,1 (2003); Profanazioni (2005); Che cos'è un dispositivo? (2006); L'amico (2007); Ninfe (2007); Il regno e la gloria. Per una genealogia teologica dell'economia e del governo. Homo sacer II, 4 (2007); Che cos'è il contemporaneo? (2007); Signatura rerum. Sul Metodo (2008); Il sacramento del linguaggio. Archeologia del giuramento. Homo sacer II, 3 (2008); Nudità (2009); Angeli. Ebraismo Cristianesimo Islam (2009); La Chiesa e il Regno (2010); La ragazza indicibile. Mito e mistero di Kore (2010, con Monica Ferrando); Altissima povertà. Regola e forma di vita nel monachesimo. Homo sacer IV, 1, (2011); Opus Dei. Archeologia dell'ufficio. Homo sacer, II, 5 (2011); Il mistero del male. Benedetto XVI e la fine dei tempi (2013); Pilato e Gesù (2013); Il fuoco e il racconto (2014); L'uso dei corpi. Homo sacer IV, 2 (2014); Stasis. La guerra civile come paradigma politico. Homo sacer II, 2 (2015); Pulcinella ovvero divertimento per li. regazzi (2015); Che cos'è la filosofia? (2016); Che cos'è reale? La scomparsa di Majorana (2016); Creazione e anarchia. L'opera nell'età della religione capitalista (2019); Studiolo (2019); A che punto siamo? L'epidemia como politica (2020); La follia di Hölderlin (2021); Pinocchio. Le avventure di un burattino doppiamente commentate e tre volte illustrate (2021).