Ilaria Boffa | Poesie Sonore
Con questa raccolta, Ilaria Boffa conferma la propria esplorazione sulla poesia e poetica che oggi include collaborazioni artistiche con mus...
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Con questa raccolta, Ilaria Boffa conferma la propria esplorazione sulla poesia e poetica che oggi include collaborazioni artistiche con musicisti avant-garde italiani e stranieri oltre che personali esperimenti sonori. Esattamente tale combinazione di paesaggi sostiene l’originalità di questo lavoro, la cui sostanza attinge a fonti le più diverse, da Timothy Morton a William Blake nonché all’esperienza individuale. Di Suoni e di Noi segue una sequenza logica nel pensiero di Boffa e in tal modo viene guidato il viaggio del lettore.
L’autrice definisce i propri componimenti poetici ‘poesie sonore’. Ciò a riflettere il concetto più ampio di suonopoesia, una forma d’arte che articola caratteristiche strutturali qualificanti di due arti. Riferisce inoltre alla suonopoetica le cui radici affondano nel XVIII secolo con le teorie di Joshua Steele. Questi cercò di ricreare l’audio-poema in forma visiva attraverso la riconfigurazione dei testi come rappresentazioni corporeo-acustiche e dalle notazioni di micro-componenti del parlato o ‘suono interiore’. Tale metodo compensava l’ovvia indisponibilità di strumenti di registrazione e successivamente fu applicata nella suonopoetica contemporanea.
dalla prefazione di Patrick Williamson
STONES
We visited the city of stones
its Palaeolithic language.
Forgotten heritage
of the community
the birth, the pack.
Is it true that we are bound
in sharing economies.
Sometimes when light
assaults the eye in the darkness
resentment comes back.
Who will comfort Earth.
SASSI
Abbiamo visitato i Sassi
il loro linguaggio paleolitico.
Avevo dimenticato il legato
della comunità
la nascita, il branco.
Siamo forse fasciati
in economie di condivisione.
A volte, quando la luce
violenta gli occhi nell’oscurità
torna il risentimento.
Chi conforterà la Terra.
MIGRANTS
They built a city, a safe place.
A few elements between pavements and trees.
raw nature. The new urban limit
where they call for the living.
They meet languages at the crossroads
and silent, they keep staring.
Don’t be scared migrants.
Enter and unmute us.
MIGRANTI
Hanno costruito una città, un posto sicuro.
Pochi elementi tra marciapiedi e alberi.
Una natura nuda. Il nuovo limite urbano
dove raccolgono i vivi.
Incontrano linguaggi all’incrocio
e osservano muti.
Non temete migranti,
Entrate e toglieteci il silenzio.
DESIRE
There are hours in which
I can clearly see and touch
the contour of my desire.
Hunting undaunted and precise
like a hound through the fog.
For distance comes
by gliding over us.
I give you
the repetition of my steps
the rhythm of longing.
Do you feel it?
DESIDERIO
Ci sono ore in cui
posso ascoltare e toccare chiaramente
la linea del mio desiderio.
Cacciare impavido e preciso
come un segugio nella nebbia.
Perché la distanza giunge
scivolandoci addosso.
È tua
la ripetizione dei miei passi
il ritmo del bisogno.
Lo senti?
THE SOUNDS OF LANGUAGE
On the pond boots root and
dogs predict the mutability of doubts.
Holes dug between hunger and rage.
Saturation and desaturation
the notation of void. Always vigilant
sounds are as good an answer as language.
I SUONI DEL LINGUAGGIO
Sull’argine gli stivali mettono radici e
i cani predicono la volatilità del dubbio.
Buche scavate tra fame e rabbia.
Saturazione e desaturazione
la notazione del vuoto. Risposta vigile
i suoni sono linguaggio.
CHARTING TIME
That window through which we look
it’s your window.
A window with blinds banging
fiercely in the cold.
We chart territories, oaths,
peoples walking, mapping stillness.
Unexpectedness opens
and we face the crevasse, the vastness,
loneliness.
I’ve crossed time for you
past and future.
I’m here, immobile, a whiteness in me.
Leaning against this wall
I yearn for the calm.
TRACCIARE IL TEMPO
Quella finestra da dove guardiamo
è la tua finestra.
Una finestra con gli scuri che sbattono
impetuosi nel freddo.
Tracciamo territori, giuramenti,
popoli che camminano mappando la fissità.
L’inatteso si apre
e affrontiamo il crepaccio, la vastità,
la solitudine.
Per te sono stata, attraverso il tempo,
passato e futuro.
Sono qui, immobile nel mio pallore.
Contro questo muro
attendo impaziente la calma.
THE SOUNDS OF LANGUAGE
There are six degrees of freedom
systems of bodies may experience
because of motion.
They can move by translation
and rotation, shifting in space
and revolving around a centre.
You can hear them rolling
to and fro.
Language is not pertinent.
I SUONI DEL LINGUAGGIO
I sistemi di corpi sperimentano
sei gradi di libertà
nel movimento.
Si spostano per traslazione
e rotazione, shiftano nello spazio
e ruotano attorno a un centro.
Puoi sentirli ondeggiare
avanti e indietro.
Il linguaggio non è pertinente.
ODE FOR PLASTICS
The slowness of these years.
I’ve heard a girl humming:
I have no soul
I don’t know love
I am water
I don’t remember why I’m here
I don’t remember why
I don’t remember.
We are plastics
unable to unbride and decompose.
Frozen in time.
ODE ALLA PLASTICA
La lentezza di questi anni.
Ho sentito una ragazza cantare:
Non ho anima
non conosco amore
sono acqua
Non ricordo perché sono qui
Non ricordo perché
Non ricordo
Siamo plastica
incapaci di separarci e decomporci.
Congelati nel tempo.
SEQUENCE
Folded back on the floor, the body
where beams filter among
toes, womb, hips, lips.
Torn to shreds, open
a cleft in the concrete.
Where beams filter on the floor
legs torn to shreds
the spine scratching on the concrete.
Incomplete in its standing, the body
folded back in the womb.
My legs, pale
the spine scratching on the concrete.
I may only expose the wrists
where beams filter in sequence
each ligament and nerve.
Leave nothing of us.
Trees encroach on the hills
SEQUENZA
Rovesciato sul pavimento, il corpo
dove i raggi filtrano tra
le dita dei piedi, grembo, anche, labbra.
Ridotto a brandelli, aperto
una fenditura nel cemento.
Dove i raggi filtrano sul pavimento
ridotte a brandelli le gambe
la schiena graffiata sul cemento.
Incompleto nel suo stare eretto, il corpo
rovesciato sul grembo.
Le mie gambe, esangui
la schiena graffiata sul cemento.
Posso solo esporre i polsi
ogni nervo e legamento
dove i raggi filtrano in sequenza.
Non lasciare nulla di noi.
Gli alberi sconfinano sulle colline.
ON THE MOVE
It took 10 hours and a few stops. Then the desert, into the red. Nomads, Bedouin, Tuareg and Berbers populate a land of clay and kings on the move. Visible, the plateau, flat and linear natural border that beats back. In remote camps, the buzzing of electric pumps, wi-fi. Berber women sit alone, rinsing dishes in the tents. They laugh and wave at me to join. I record their voices, fixing the hijab on my parka.
Are we all post-humans?
IN MOVIMENTO
Ci sono volute 10 ore e qualche sosta. Poi il deserto, immersi nel rosso. Nomadi, Beduini, Tuareg, Berberi popolano una terra di argilla e re in cammino. Visibile, il plateau, piatto e lineare confine naturale che respinge. Negli accampamenti lontani, il ronzio di generatori elettrici, wi-fi. Le donne berbere siedono sole, risciacquano stoviglie nelle tende. Ridono e mi invitano a raggiungerle. Registro le loro voci, e sistemo l’hijab sul parka.
Siamo tutti post-umani?
THE SOUNDS OF LANGUAGE
What is language? Speech, dialogue, soliloquy. The noise of hail. Data communication, subject-related, conceptual meaning, minimalism. A flow. Verbal and non-verbal, wireless, through hands, a whisper on lips. Whether you listen, I might send messages, perhaps you’ll notice distress, anxiety. Sometimes we should not translate. Water reproduces without instructions. Why do we need synopsis? Read each sentence and its punctuation, deviate, research, elaborate and expand upon. Avoid tenuous arguments.
Cut verbosity. Tacere.
I SUONI DEL LINGUAGGIO
Cos’è il linguaggio? Discorso, dialogo, soliloquio. Il rumore della grandine. Comunicazione di dati, tematiche, significato concettuale, espressione minima. Flusso. Verbale e non-verbale, wireless, attraverso mani, un sussurro sulle labbra. Se ascolti, potrei inviare messaggi, forse noterai stress, ansia. A volte non dovremmo tradurre. L’acqua riproduce senza istruzioni. Perché riassumere? Leggere ogni frase e la sua punteggiatura, deviare, ricercare, elaborare ed espandere. Evitare discussioni inconsistenti.
Tagliare la verbosità. Tacere.
Da: About Sounds About Us / Di suoni e di noi (Samuele Editore 2019)
ILARIA BOFFA è nata il 6 gennaio 1972 e vive a Padova. Laureata in Economia, scrive in doppia lingua (inglese ed italiano). Ha pubblicato nel 2016 la raccolta di poesie Periferie/The Bliss of Hush and Wires con Samuele Editore e nel 2015 Spaces. Alcuni suoi testi sono apparsi sulla rivista Atelier online, nell’antologia Viaggi diVersi di Elio Pecora e sul blog Rai Poesia di Luigia Sorrentino. Dal 2018 produce lavori che uniscono poesia e field recording in collaborazione con musicisti italiani e stranieri. L’EP “Two Cities” (di Gburek & Boffa) è stato trasmesso a maggio 2019 da Radiophrenia Glasgow, evento artistico radiofonico internazionale.